Nel suo brano Rihanna uccide un violentatore: scoppia la polemica in tv

Nel nuovissimo video della pop star Man down, lei arriva e spara a sangue freddo al violentatore che cade stecchito in un lago di sangue

Nel suo brano Rihanna  
uccide un violentatore: 
scoppia la polemica in tv

Lei arriva e gli spara a sangue freddo. Lui cade stecchito in un lago di sangue e non è neppure armato. Mica vero, però: è solo la scena clou del nuovissimo video Man down, che ha appena debuttato sul network americano Black Entertainment Tv. Ma negli States si sono arrabbiati di brutto. Dunque, lei è Rihanna, quella di Umbrella e al momento una delle popstar più rampanti del bigoncio, quella gonfiata di botte dal suo fidanzato Bobby Brown con tanto di livide foto in mondovisione.

E il testo parla chiaro, ricordando vagamente un celebre verso di Johnny Cash che nel 1957 aveva una spaventosa ma differente efficacia: «Mamma, ho ucciso un uomo, non sono mai stata così orgogliosa». L’omicidio sembrerebbe una legittima difesa dopo una tentata violenza sessuale. Su Twitter, che ormai è il miglior ufficio stampa per chiunque, Rihanna ha più o meno scritto: «Noi siamo portate a flirtare in modo divertente e innocente, e talvolta la nostra innocenza ci porta a essere naif. Pensiamo sempre che la violenza sessuale non ci riguardi ma in realtà può toccare a chiunque di noi. E allora, ragazze, state attente». Fin qui non ci piove. Però reagire con revolverate assassine pare un po’ troppo sia al Parents Television Council, qualcosa simile al nostro Moige, che ai responsabili di molte associazioni di lobbyng e think tank come Enough is enough e, soprattutto, Industry Ears, il cui responsabile ha detto testuale: «In trent’anni di tv non ho mai visto trasmettere in prima serata un omicidio così freddo e calcolato».

Comunque sia, sul web molti si chiedono che cosa sarebbe successo se a uccidere fosse stato un rapper con le catene d’oro al collo oppure un qualunque altro artistone famoso.

Sarebbe stato il finimondo, probabilmente, se non altro perché il fine sociale di un video pop ha sempre il limite invalicabile della cosiddetta «attrazione imitativa». E chi esclude che a una tifosa di Rihanna ora venga più facile premere il grilletto?

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