Enza Colagrosso
Non cè voluto molto ai consiglieri del XVII municipio per capire che aria tirasse da quelle parti: sono bastate tre sedute per rendersi conto delle conseguenze del cambio di maggioranza con lelezione di un esponente di Rifondazione comunista alla presidenza del parlamentino. Il primo atto è stato quello di abolire lInno di Mameli, una consuetudine introdotta dallex presidente del municipio Roberto Vernarelli, ex Udc ora passato nel gruppo misto. Le note che nelle ultime settimane hanno fatto ritrovare lorgoglio perduto a milioni di italiani - travolti dalleuforia per la splendida escalation che ha portato gli azzurri a conquistare la Coppa del mondo di calcio - non risuoneranno più nellaula del XVII a ogni inizio di seduta. Per la cronaca, lesecuzione dellInno di Mameli in uso a circonvallazione Trionfale era quella della Banda dellEsercito, fornita dallex consigliera Rosita Torre.
Dopo la seduta inaugurale - in occasione della seconda si era pensato a una semplice dimenticanza - si aspettava quella di ieri, la «prova del nove». E non ci sono stati più dubbi di sorta. Il presidente del Consiglio municipale Giovanni Barbera (Rc) ha liquidato la consuetudine dellInno di Mameli come inutile e fastidiosa. Abolita di fatto, punto e basta, senza possibilità di replica da parte dei consiglieri del centrodestra che, pure, si erano alzati in piedi in segno di rispetto.
A quel punto si è scatenata la «bagarre»: proteste ferme e rumorose dai banchi dellopposizione che - vista lassoluta mancanza volontà di dialogo sulla questione, per quanto dimportanza simbolica - ha deciso di abbandonare laula. E il centrosinistra, come se niente fosse, ha continuato la seduta affrontando largomento allordine del giorno che era la composizione delle commissioni consiliari. I consiglieri di An, Forza Italia, Udc e gruppo misto hanno contestato vivacemente le imposizioni della maggioranza, al punto che sono dovuti intervenire i vigili urbani nellaula.
«Una vera vergogna questa decisione del centrosinistra» ha tuonato Luigi Avveduto, di An rivendicando al suo partito lintroduzione della consuetudine.
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