Nell’archivio del Policlinico la storia della città

Tutta la storia di Milano racchiusa in un solo luogo. L’Archivio del Policlinico, in via Francesco Sforza, raccoglie infatti le memorie relative all'Ospedale Maggiore di Milano, ai suoi edifici, al personale medico e tecnico, alle proprietà, ai ricoverati. Una prospettiva particolare, che abbraccia secoli e secoli, tra vicende personali e fatti di cronaca; una collezione che comprende 15mila cartelle contenenti documenti di ogni tipo, 3600 registri, 16mila pergamene, 700 mappe e 100mila volumi conservati nella biblioteca, editi tra il XV e il XX secolo, opuscoli e periodici specializzati, nonchè una fototeca, che custodisce 28mila immagini a partire dal 1865 ai giorni nostri. Parte integrante dell'Archivio sono inoltre i ritratti dei benefattori che costituiscono la quadreria: circa un migliaio di opere d’arte attraverso le quali è possibile ricostruire una specialissima mappa della generosità meneghina. Insomma, un patrimonio storico e artistico, quello dell’Archivio del Policlinico, dalle dimensioni ciclopiche, se comprendiamo anche le tombe, fatte costruire nel corso dei decenni al Cimitero Monumentale, che in termini economici è stato valutato attorno ai trentun milioni di euro. «La produzione di ritratti e tombe aveva una duplice funzione - spiega Paolo Galimberti, responsabile dell'Archivio dal 2001 ad oggi -. Da una parte costituivano un omaggio che l'Ospedale decideva di fare al benefattore, mentre dall'altra erano anche una forma di pubblicità, un richiamo verso l’esterno, verso la gente comune, il pubblico nel senso più ampio, in quanto le opere erano sempre visibili, in modo da ispirare nuove, ulteriori donazioni per l’attività dell’istituto». Una forma di sponsorizzazione, oltre che un gesto di gratitudine.
I ritratti oggi sono un documento di fondamentale importanza per tracciare la storia di Milano dal Seicento in avanti; i soggetti sono facilmente identificabili: per la maggior parte, raffigurano infatti imprenditori, giornalisti, musicisti, attori; nomi e volti conosciuti di una Milano in continua evoluzione, espressione della vena intraprendente, industriosa ma anche intellettuale e artistica che ha sempre caratterizzato la città. Una rapida scorsa a questa originale galleria ci consente di passare in rassegna, tra gli altri protagonisti, l'insegnante, compositore, storico e critico musicale Carlo Gatti, soprintendente del Teatro alla Scala dal 1942 al 1944, conosciuto al grande pubblico per aver scritto una ricca e documentata biografia di Giuseppe verdi; Ernestina Telmatt, nota con lo pseudonimo di Emma Vecla, celebre attrice e cantante d'operetta di inizio Novecento; fino a Davide Campari, che seguì il padre nella direzione dell’ultracentenaria ditta di liquori e nel 1905 fondò lo storico stabilimento di Sesto San Giovanni. E ancora Carlo Carvaglio, industriale benefattore che fu ritratto da Mario Sironi. «L'ultimissima opera realizzata in ordine di tempo è il ritratto di Arrigo Recordati, commissionato a Papetti nel 2004» continua Galimberti. Tra pittori famosi e cittadini illustri, entrare a far parte dell’Archivio è certamente considerato un motivo d'onore. E basta scorrere l’elenco degli «ingressi» per rendersene conto, con artisti del calibro di Ceruti detto il Pitocchetto, Hayez, Segantini, Previati, Carrà e Campigli. «Tra il 1603 e il 2004 c'è tutta la storia di Milano. Anche la Peste del Seicento, quella raccontata dal Manzoni nei Promessi Sposi, è documentata, dato che il Lazzaretto dipendeva dall'Ospedale. Manzoni mandò qui all’Archivio l'illustratore Gonin per prendere spunto dai nostri scritti per realizzare i suoi disegni», continua Galimberti. Il lavoro per custodire tutte queste memorie è ovviamente molto oneroso e continuo, ed basato sullo sforzo quotidiano di tre sole persone: «Quando sono arrivato - riprende il responsabile dell’Archivio - la catalogazione delle presenze ospedaliere e dei documenti in generale era ferma al 1863. Oggi il materiale è stato in gran parte digitalizzato e censito ma non ancora del tutto catalogato». Sui siti internet del Policlinico (www.policlinico.mi.it) e dei Beni Culturali della Lombardia (http://www.lombardiabeniculturali.it) si possono scoprire tutti quadri dell'Archivio, con la storia del donatore e del ritratto stesso.

L'attività dell'Archivio è continua anche nell'apertura verso la città, come l’incontro di domani, alle ore 9, nell'Aula Milani del Policlinico, via Francesco Sforza 28, dal titolo «La Popolazione di Milano dal Rinascimento». O il progetto per la realizzazione di uno spazio espositivo aperto al pubblico. Il progetto c'è già. Ha un costo che si aggira sui 5 milioni di euro. Si cerca un mecenate che per realizzarlo.

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