Nell’Inter col batticuore risorge anche Recoba

Nell’Inter col batticuore risorge anche Recoba

Paolo Marchi

nostro inviato a Messina

Due gol fatti e uno subito, tremarella nel finale ma l’Inter, toccata nell’immagine dalla vicenda Zoro, ha portato a casa la seconda affermazione consecutiva, allungando sul Livorno.
Inter subito gagliarda e vogliosa. Rispetto alla Champions, fuori Wome e dentro Favalli con i due ballottaggi «vinti» da Samuel su Materazzi a centro area e da Recoba su Martins come partner di un Adriano che soffrirà il ritorno in campionato dopo tanti applausi europei. A tutto gas, tutti sicuri del fatto loro, con Stankovic che sulla fascia si proponeva, con Recoba più mobile e sicuro, con Adriano che pareva solo doversi riscaldare (ha piovuto forte all’ora di pranzo, freddo e umido), Veron da tenere e Figo che pareva solo lì ad aspettare la scintilla che illuminare.
Bella Inter per una ventina di minuti. A segno al minuto sei con Recoba che al volo scaricava di potenza alle spalle di Storari un traversone di prima di Stankovic dalla destra, terminali di un’azione larga e ariosa, di quelle che partono dal centrocampo e per precisione e velocità prendono sul tempo l’avversario che potrebbe salvarsi solo se un avversario sbaglia. Invece ai nerazzurri verrà tutto bene e per i 25mila presenti sembra il confronto tra un gigante e un nano. Sculli si farà subito ammonire per entratone su Adriano e Stankovic sfiorerà il raddoppio al minuto 17. Tanta grazia, meritatissima ma non eterna.
Il Messina, che ha nel centrocampo un signor reparto, Coppola e Donati a muoversi con D’Agostino, ma solo quello, riuscirà a emergere dallo stupore azzeccando un’azione Zampagna-D’Agostino che valeva il pari se Julio Cesar non avesse avuto uno scatto felino a ghermire il cuoio. I giallorossi ci metteranno tanto cuore contro un ospite che presto dovrà fare i conti con l’eclisse di chi aveva illuminato la scena con l’Artmedia. Figo sarà sfortunato verso il riposo quando una sua staffilata finirà casualmente in corner, ma sarà anche l’unica volta in cui è stato capace di uscire dal guscio. Adriano ancora meno. Si impegnerà e lotterà, ma un po’ pachidermico a tratti finirà per perdersi nei pressi di Storari. Mancherà l’intesa prima con Recoba e poi con Martins e mentre l’uruguagio al riposo quasi segna il gol dell’anno con uno slalom stretto in area, il brasiliano non riuscirà a vedere la porta nemmeno smarcato dal Chino (29’ pt). Ma forse l’Imperatore è un po’ frastornato dal fatto che diventerà papà a maggio.
E un Messina che a inizio ripresa stupirà con D’Agostino (ottimo Julio Cesar in angolo sotto la traversa), finirà infilzato da Cambiasso al 14’, intelligente nel capire lo sviluppo confuso di un corner.

Basta così? No, l’Inter proverà a gestire il doppio vantaggio ma un pallone velenoso non trattenuto dal portiere permetterà a Di Napoli di accorciare e far credere ai siciliani che fosse possibile sognare. Sarà invece l’Inter ad avvicinarsi al 3-1 con Martins.

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