Roberto Scafuri
da Roma
I ghanesi dItalia ci trovano tanto da ridere. «Romano, compra questi cinque ananas, spaccali e poi prova a rimetterli assieme, in una bella Unione...». Romano Prodi sorride a mezza bocca. Cè poco da scherzare: non dovrebbe essere allincontro organizzato dallarcidiocesi di Modena con le comunità extracomunitarie, il capo dellUnione, ma qualche chilometro più in là, sul litorale. A Riccione sono in festa quei mangiapreti di radicali e socialisti: unione di fatto ultramoderna, celebrata dallanti-papa laico Pannella, ultima fetta del mega-ananas arduo da comporre.
No, davvero cè poco da ridere: non è per niente un bel segnale, né di attenzione né di democrazia. Loro, quelli di Riccione, fanno sbocciare la Rosa nel pugno, acclamano il socialista Boselli che nemmeno al congresso dello Sdi, lanciano parole dordine quali revisione del Concordato («Fu una conquista socialista», ricorda Craxi jr) e riequilibrio del neo-integralismo rutelliano. Ma intanto lui, Romano, trova il tempo per lincontro dellarcidiocesi e continua a ribadire che «la revisione del Concordato non è in programma e non ci sarà». Oppure, come nel libro di Vespa, che i Pacs «non centrano con il matrimonio e su questo non ho differenze da Rutelli». O, ancora, che «presto vedrò Ruini...». Una posizione strana, quella di Prodi, che rischia di rendere molto spinoso larrivo della Rosa nellUnione. Tanto più che da Roma Mastella ha già fiondato lennesimo aut aut: «Non siederemo mai a un tavolo dove eventualmente dovessero esserci anche i Radicali, siamo lontanissimi dal loro laicismo esasperato. Troppe cose ci dividono e non siamo i soli a pensarla così...».
Eppure al congresso di Riccione arriva anche il leader verde Pecoraro Scanio, per dire che la revisione del Concordato «non è una priorità, ma nemmeno un tabù, né un motivo di cacciata dalla coalizione...». E i ds mandano il timido appoggio di Barbara Pollastrini: «Le ragioni per stare assieme sono tante: non solo per vincere, ma per trasformare il Paese...». Una parola, visti i chiari di luna. E un bel guaio, considerata la camicia di forza di Prodi.
Capezzone affonda il dito nella piaga: «Sosterremo lUnione senza equivoci, ma sulla laicità, e quindi anche sulla questione del Concordato o quantomeno sullesigenza che sia rispettato dalle gerarchie del clero cattolico, non chiederemo il permesso a nessuno». Anche lospite donore di Riccione, il socialista Boselli - che nel pomeriggio ha avuto un colloquio telefonico con Prodi alla ricerca di un chiarimento che, per ora, non pare essere arrivato - non fa sconti. «Non siamo contro il mondo cattolico nel suo insieme - dice -, sappiamo distinguere le posizioni oscurantiste del cardinal Ruini da quelle di Prodi... E riconosciamo alle gerarchie ecclesiastiche la libertà di dire ciò che pensano. Per fortuna, però, abbiamo un presidente della Repubblica come Ciampi che di fronte al papa non ha avuto nessuna incertezza nel difendere la laicità dello Stato. È chiedere troppo che lo faccia anche il centrosinistra? Non è una grana, ma un tema di grande attualità, visto che saranno gli stessi ulteriori interventi politici della Cei a riproporre la questione...». Boselli attacca il nuovo listone Ds-Dl, «non molto di più di un rassemblement elettorale» e ricorda come il naufragio della Fed sia stato determinato dallo «strappo» di Rutelli, con la sua «scelta integralista». Di fronte a quella crisi dellUlivo, ecco oggi lapertura «senza pregiudizi» ai Radicali, «cui devono essere spalancate tutte le porte» e persino quella della Farnesina per la Bonino ministro degli Esteri.
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