Nella commediola degli equivoci troppa tenerezza e goliardia

Avvertenza d’obbligo: si è visto di peggio. L’amore secondo Dan soffre però di una fastidiosa voglia di carineria, oltre che di dialoghi senza gas, con l’aggravante di qualche inutile eccesso goliardico. Per carità, la commediola del semisconosciuto Peter Hedges, autore anche della scontata sceneggiatura, è più dignitosa di mille altre del genere sentimentale, con preoccupante tendenza alla ricerca di tenerezza, ma, tolta l’ideuzza di partenza, non c’è nulla che riesca a sorprendere. Anzi.
Siamo nel Rhode Island. Il maliconico giornalista, vedovo da quattro anni, Dan (Steve Carell) è arrivato per il weekend nel cottage dei genitori. Al seguito le tre figlie, di cui è l’apprensivo angelo custode. Durante una sosta in libreria simpatizza con la sorridente turista Marie (Juliette Binoche), ignorando che è la neofidanzata del fratello Mitch. Che cotta. E che doloroso stupore appena accerta l’identità della ragazza (si fa per dire). Nessuno, tra i convenuti alla megariunione di famiglia, se ne accorge, tranne la primogenita Jane e, ovviamente, il pomo della discordia, mentre lui, visibilmente sbandato, s’arrabatta per giustificare le continue paturnie. Finché la bella ospite gli butta le braccia al collo: sì, ti amo anch’io. E ora chi lo dice agli altri?
Insomma, i crucci di un padre trepidante si mischiano con i tormenti di un innamorato avvilito: gli uni rinforzati dalla puntuale ribellione delle tre ragazzine, gli altri sanati dal prevedibile voltafaccia del copione.

Resta da dire degli interpreti principali. Juliette Binoche sarà pure stagionata, ma non andrebbe mai su di giri per un tipo insignificante come Steve Carell.

L’AMORE SECONDO DAN di Peter Hedges (Usa, 2007) con Steve Carell, Juliette Binoche. 93 minuti

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