Nella «guerra» degli scacchi Teheran torna alla vittoria

Dalla «diplomazia del ping pong» tra Usa e Cina negli anni Settanta alla «guerra degli scacchi» tra Iran e Israele, i due grandi nemici del Medio Oriente. Una guerra in cui Teheran ha vinto l’ultima - per ora - battaglia, riprendendo dopo soli quattro mesi allo Stato ebraico il record del maggior numero di partite simultanee vinte.
L’impresa, scrive l’agenzia Isna, è riuscita al gran maestro Ehsan Ghaem-Maghami, che, in 25 ore e 15 minuti, ha vinto 590 partite su un totale di 614 disputate. Ghaem-Maghami, 28 anni, ha così riportato nella Repubblica islamica il record, che nell’ottobre scorso il gran maestro israeliano Alik Gershon aveva strappato a un altro iraniano, Morteza Mahjub. E quest’ultimo ha annunciato di voler provare a battere il nuovo record l’estate prossima.
Nei commenti del nuovo campione del mondo Gershon nessun accenno diretto all’ostilità fra Iran e Israele. Ma nessuno può ignorare il clima di forte tensione reciproca, con Teheran che non riconosce il diritto all’esistenza di Israele, con il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad che non cessa di profetizzare la scomparsa dello Stato ebraico e Tel Aviv che non rinuncia ufficialmente all’ipotesi di un attacco militare per cercare di fermare il programma nucleare della Repubblica islamica, che vede come una minaccia alla propria sopravvivenza.


Ehsan Ghaem-Maghami, che ha perso 8 delle partite disputate e ne ha terminate altre 16 in parità, è stato assistito da un medico, un massaggiatore e un dietista durante la prova, che lo ha visto percorrere a piedi 55 chilometri tra un tavolo e l’altro dei suoi avversari. «Adesso voglio battere il mio record del sonno», ha detto il gran maestro al termine della prova, svoltasi all’Università Shahid Beheshti di Teheran.

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