Nella rissa col Portogallo l’Olanda finisce ko

Quattro espulsi (record dei mondiali) e otto ammoniti. Decide Maniche

Riccardo Signori

nostro inviato a Norimberga

Al Portogallo corrida, partita e quarti di finale. Il fair play è andato al diavolo. Un gol soltanto, ma Portogallo e Olanda se le sono date di santa ragione. E, in effetti, sarebbe stato più opportuno avere in campo un arbitro di boxe, che non quell’automa russo che si chiama Valentin Ivanov ed entrerà nel Guinness di questo mondiale e forse non solo: sedici cartellini gialli, quattro rossi (Costinha, Boulahrouz, Deco, Van Bronckhorst), sette minuti di recupero. Sono mancati i feriti perchè il Dio del pallone ha guardato in giù.
Ma in tutto questo il Portogallo ha meritato di andarsela a giocare con l’Inghilterra. Un gioiello il gol di Maniche, che ha nel piede un cannone di straordinaria precisione. Ce ne potevano stare altri, ma imprecisione e bravura dei portieri hanno lasciato solo emozioni. La gente di Scolari però ci ha messo anche carattere, determinazione, capacità di tener in mano la partita quando si è trovata in dieci, eppoi in nove, prima che gli olandesi, almeno in questo, facessero pari. Alla fine sudataccia per tutti, anche per chi guardava ed, a un certo punto, ha rischiato di non capirne più niente, perchè l’ultima mezzora è stato calcio-thai: ovvero pallone e calcioni.
Caldo afoso da notte equatoriale: più facile adeguare gioco e ritmo per i portoghesi, che per gli olandesi. Infatti la squadra di Van Basten si è trascinata per tutto il primo tempo con un ritmo lagnoso e sonnolento come una squadra sudamericana vecchio stampo. Tutt’altra storia per la gente di Scolari che ha classe e freschezza, talento e capacità di esser squadra. Ed infatti la prima parte del match è stato un assolo portoghese con qualche bussar di porta degli olandesi.
Le rudezze sono cominciate quando Costinha si è rimboccato le maniche ed è stato attor principe per trequarti d’ora: poi l’arbitro lo ha pescato nell’ennesima stupidata (palla colpita con la mano) e gli ha raddoppiato il cartellino giallo. Da quel momento è stato brutto affare per la compagnia di Figo (salvato dall’arbitro nella ripresa: testata a Van Bommel e solo ammonizione) costretta a giocare in dieci dopo aver perso anche Cristiano Ronaldo, rimasto in campo il tempo di prendere una brutale tacchettata da Boulahrouz (poi cacciato per doppia ammonizione: gomitata a Figo) e avviare l’azione del gol portoghese con uno di quei giochetti che gli piacciono tanto: palla nascosta fra tre avversari prima di cederla al ricamo di Deco. Il brasiliano-portoghese ha concluso l’opera: palla in area, Pauleta fa da sponda per Maniche che arriva da dietro e riesplora la meraviglia del suo tiro che non perdona.
Partita messa bene per i portoghesi. Cristiano Ronaldo non ce l’ha fatta e la sua serata è finita in pianto. Maniche ha continuato a caricare il cannone e Van der Sar è tornato miracolo dopo un inizio da acchiappafarfalle. L’Olanda ha fatto molto fumo, Pauleta ha rischiato il raddoppio salvato da VDS, il primo tempo lasciava la sensazione che il Portogallo avrebbe portato a casa la partita soltanto con il buon gioco. È bastato, ma altro che calcio.
Nel secondo tempo spettacolo e indecenza sono stati tutt’uno.

Cocu che prende una traversa, il Portogallo che rischia il raddoppio, calci che volano, cartellini estratti come una mitragliatrice, portieri che fanno miracoli. Maniche che rischia davvero il raddoppio, gente che va a terra come birilli. Deco che si fa espellere e si perde il quarto di finale: per il Portogallo è un brutto affare. Per l’Olanda poco male. Non meritava di più.

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