da Bruxelles
«Carenze», «errori» e «verifiche incomplete» persistono nelle attività di controllo della spesa comunitaria, nonostante lintroduzione di un nuovo sistema contabile nellUnione europea sia stato un passo positivo. Cè qualche luce, ma in realtà vi sono ancora e soprattutto ombre nel parere espresso ieri dalla Corte dei Conti europea nella relazione annuale sullesercizio finanziario 2005 dellUe.
«Lintroduzione della contabilità per competenza da parte della commissione si è svolta in maniera adeguata» chiarisce un comunicato diffuso a Bruxelles, ragion per cui «la Corte conclude che i conti consolidati del bilancio generale dellUe per il 2005, con un totale dei pagamenti eseguiti pari a 104,8 miliardi di euro, presentano unimmagine fedele, sotto tutti gli aspetti rilevanti, della situazione finanziaria» dello scorso anno.
Tuttavia tale parere viene formulato con una «riserva soprattutto a causa di iscrizioni errate nei bilanci e di unapplicazione non coerente delle procedure di separazione degli esercizi», avverte la Corte dei conti nella nota. Ma non solo. Rimangono riserve sulla legittimità e la regolarità delle operazioni di pagamenti in settori come agricoltura, azioni strutturali, politiche interne e azioni esterne a causa del permanere di elevati tassi di errore.
«Tale situazione è generata da carenze del controllo interno, in particolare negli Stati membri, per le spese soggette alla gestione concorrente - si legge ancora nel testo - ma anche per le spese gestite direttamente dalla Commissione, come nel caso delle politiche interne».
In sostanza si fa capire di ritenere Barroso - o meglio la sua commissione - troppo di manica larga per quel che riguarda gli aiuti ai singoli Stati (anche quelli che non fanno parte dellUnione), mentre i Paesi membri - oltre che Barroso ed i suoi - sono chiamati in causa per gli aiuti allagricoltura. Che dovrebbero controllare e verificare ma che invece si limitano ad approvare, allargando la spesa della Ue. Del resto è proprio di pochi giorni fa la richiesta - partita da palazzo Breydel, sede della commissione - di robuste azioni risarcitorie a parecchi Stati che non avrebbero fatto il loro dovere in tema di spesa agricola. Più degli altri dovrebbe tra laltro restituire lItalia (una novantina di milioni di euro) di cui almeno 30 per la mancata applicazione di sanzioni e per linadeguatezza dei controlli sui prodotti ritirati sul mercato ortofrutticolo; ed unaltra trentina di milioni per il mancato rispetto dei termini di pagamento in vari settori. Il bilancio Ue, in sostanza, non soddisfa la Corte dei Conti, che lo chiarisce senza mezzi termini.
Piccata la risposta dellesecutivo comunitario. «La commissione - ha tenuto a far presente il commissario agli Affari amministrativi ed alla lotta alla frode Sim Kallas - contesta il modo in cui la Corte continua a concentrarsi sui singoli errori nellambito di piccoli campioni di operazioni, da cui effettua estrapolazioni che vengono in gran parte interpretate erroneamente». «In qualunque organizzazione si troveranno sempre errori nelle singole operazioni, tuttavia noi disponiamo di meccanismi efficaci per recuperare eventuali pagamenti indebiti.
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