«Nelle fiction si parli in lumbard»

«Nelle fiction si parli in lumbard»

Basta con il romanesco che imperversa nelle fiction, perfino in quella su papa Giovanni XXIII, bergamasco doc. «È una cosa insopportabile, dà fastidio da un punto di vista culturale. Basta». Parola di Roberto Castelli (nella foto), che ieri ha partecipato all’inaugurazione del Polo cinematografico lombardo. «Nelle ambientazioni a Roma si parli romanesco, in quelle napoletane si parli napoletano e in quelle a Milano si parli milanese», ha insistito Castelli. Federalismo linguistico, ma anche federalismo tematico.

Umberto Bossi, infatti, anch’egli presente all’inaugurazione del centro, ha annunciato una prossima fiction dedicata al frate cappuccino Marco D’Aviano, che predicò la crociata contro i Turchi che rischiavano di conquistare Vienna, e, quanto al futuro, non ha escluso ulteriori soggetti «padani»: «La Padania ha una bella storia...».

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