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«Nelle moschee possono pregare anche i cristiani»

dal Cairo

Per la legge islamica nulla osta che un cristiano preghi in una moschea. Lo stesso vale per il musulmano che desideri entrare in una chiesa. Questo il rivoluzionario editto religioso emesso dallo sceicco Abdallah al Manieyah, membro emerito del Consiglio dei grandi ulema sauditi, come ha riferito ieri il sito web della tv satellitare al Arabiah.Secondo la stampa dell’Arabia Saudita, Paese considerato culla dell'Islam, al Manieyah sentenzia nella sua fatwa: «Se un musulmano entra in una chiesa per osservarla, guardarne l’interno oppure osservare le cerimonie di culto, può farlo perché ciò potrebbe aumentare la sua fede in Dio».
Per spiegare il suo parere, il grande ulema chiarisce un «equivoco storico». Al Manieyah ricorda un episodio avvenuto nel XIV secolo e che ha come protagonista il successore del profeta Maometto e califfo, Omar Bin al Khattab. Trovatosi all'ora della preghiera a Gerusalemme di fronte al Santo Sepolcro, il califfo, anziché nel luogo di culto cristiano, decise di pregare in una vicina moschea chiamata oggi appunto di Omar. Da allora, gli ulema hanno dedotto che non fosse permesso a un musulmano entrare in una chiesa. Ma il califfo «non vietò mai al suo seguito di pregare in quel luogo, che è della gente del libro», afferma al Manieyah indicando con tale espressione i cristiani, in quanto il Vangelo è ritenuto un libro inviato da Dio, e conclude che non vi è stato un esplicito divieto in tal senso.
Per quanto riguarda i cristiani, l'ulema scrive nella sua fatwa: «Come è ammesso per noi entrare nelle loro chiese, anche loro possono entrare nelle nostre moschee, eccetto al Masjid al Haram (la casa di Dio alla Mecca, interdetta ai non musulmani, ndr), ed è permesso loro alzarvi le loro preghiere».

Il religioso ricorda poi come Maometto abbia consentito ai cristiani della città saudita di Najran di entrare nella moschea, dopo che essi, «avendo parlato con il profeta, gli chiesero il permesso di recitare le loro preghiere».

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