Cronache

Nelle viscere della miniera sulle tracce del manganese

Diverse possibilità di visita al giacimento di Gambatesa in Val Graveglia. Vicino a Rapallo ecco come si macinavano i cereali

Nelle viscere della miniera sulle tracce del manganese

Edoardo Musicò

Percorsi alternativi nel cuore della provincia genovese. Tra zone poco frequentate, ma non per questo meno suggestive, e angoli ricchi di storia tutti da scoprire, non sono poche le «perle» che sfuggono al turismo di massa in Liguria.
Tra queste, emerge in Val Graveglia, nel levante genovese, la miniera di Gambatesa che racchiude nelle sue viscere uno dei più ricchi giacimenti di manganese in Europa. La struttura è ancora attiva e tra gallerie, pozzi, percorsi di risalita e vuoti di coltivazione per la raccolta del minerale, si può fare un vero tuffo nella vita in miniera, imparando da personale esperto tutto l'essenziale sulle tecniche di scavo e di estrazione e i mezzi utilizzati dai minatori in oltre un secolo di attività ininterrotta. Inoltre, il comprensorio comprende anche il «Museo Minerario di Gambatesa» che è stato inserito nei percorsi turistici accanto alle 5 Terre, Portofino e l'Acquario di Genova.
«La miniera continua la sua attività - spiegano i responsabili - e l'estrazione si aggira sulle 700 tonnellate l'anno di manganese (metallo largamente usato in metallurgia, industria vetraria e farmaceutica, ndr) che viene acquistato da una società lombarda specializzata in elettrodi di saldatura. Siamo aperti anche in agosto e organizziamo tre visite guidate alla miniera ogni giorno alle 11.00, 14.00 e 15.30, tuttavia, è consigliabile prenotare. La massima affluenza è compresa tra marzo e settembre, ma in primavera riceviamo soprattutto le scolaresche, mentre nel periodo estivo vi sono almeno 5000 presenze turistiche tra giugno e settembre, con una forte concentrazione nel mese di agosto».
La visita può essere organizzata secondo varie esigenze e gradi di difficoltà. Dopo aver assistito ad una breve proiezione di un filmato sulla storia della miniera, si indossa il casco fornito dalla direzione (conviene calzare scarpe comode e indossare una giacca calda anche in estate, dato che la temperatura dei sotterranei si aggira sui 14 gradi, ndr), si percorre circa un chilometro a bordo di un trenino con vagoncini da miniera, mentre il resto del percorso si svolge a piedi nei cunicoli, sotto la guida di un esperto. I gruppi appassionati di escursionismo in mezzo alla natura, possono scegliere, in alternativa al normale itinerario, la visita estrattiva su tre livelli, compresa la zona delle lavorazioni in corso, della durata di circa due ore e mezzo, e il percorso tematico. Quest'ultimo dura circa quattro ore, affronta ben quattro livelli della miniera, fino ad uscire sul versante opposto della montagna e comprende anche un percorso di ritorno, attraverso un sentiero naturalistico nel cuore della vallata. Le due visite più impegnative richiedono un completo abbigliamento da trekking con un ricambio, oltre a casco e lampada messi a disposizione dal personale. È prevista una zona all'aperto per il pranzo al sacco, ma è aperto anche il bar tavola fredda del complesso. Inoltre, è in corso la ristrutturazione degli edifici del piccolo villaggio minerario (alcuni sono già visitabili, ndr). Il biglietto d'ingresso costa 11 euro per gli adulti, 8 per i bambini tra i 3 e i 12 anni e 10 euro per visitatori oltre i 65 anni e persone disabili. Sono tuttavia previsti sconti per gruppi, famiglie e scolaresche. La miniera è situato a circa 18 chilometri dall'uscita autostradale di Lavagna, proseguendo in direzione Ne-Graveglia fino alla frazione di Graveglia. Occorre quindi deviare a destra verso località Reppia, oltrepassare i centri di Conscenti, Frisolino e Pian di Fieno, svoltando infine nella strada privata segnalata dal cartello con il logo della miniera. Per ogni informazione si può chiamare il numero 0185/338876, inviare un fax allo 0185/338863, oppure un'email all'indirizzo info@minieragambatesa.it.
Sempre a Levante, si può conciliare un'immersione nella tranquillità e nel verde, con un tuffo nel passato nel paese di San Maurizio di Monti, vicino a Rapallo. Un complesso molitorio (per la macinazione di cereali, ndr) del XVII secolo è stato restaurato ed è visitabile a partire dalla costruzione principale, il cui pianterreno era adibito a locale per la spremitura delle olive, mentre al primo piano si trovava l'abitazione principale. Tra i proprietari, vi fu anche una figura storica locale: il capitano dei garibaldini Giovanni Pendola. Nel corpo principale del complesso è ospitato anche il Museo della civiltà contadina che raccoglie attrezzi da lavoro agricolo di piccola e media dimensione. Nei locali dell'abitazione si trovano numerosi utensili antichi per uso domestico. Altri attrezzi per l'agricoltura sono collocati nei due mulini per i cereali e per la castagne. Immersi nella natura e in un contesto agricolo di un'epoca ormai lontana, si ha l'impressione di rivivere un periodo in cui Genova era ancora Repubblica e i sentieri tra il verde erano battuti da frotte di contadini e da cavalieri con spada e cappello piumato.
La zona è raggiungibile in auto da Rapallo, prendendo la strada per Montallegro. Arrivati al paese di S. Maurizio, si trova l'indicazione di Passo Groppallo con l'insegna del complesso e il parcheggio. Si prosegue, quindi a piedi per 300 metri. La strada provinciale da Rapallo a Montallegro è servita anche da autobus di linea. Le visite guidate prevedono un costo di 5 euro con sconti per gruppi di almeno 10 persone. Per ogni informazione ci si può rivolgere all'Associazione culturale La Cipressa. Tel.

0185 56952 oppure 339 8045593.

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