Claudio Barnini
Sembrava una semplice scatola di scarpe ed invece al suo interno conteneva il corpicino di un bambino appena nato e probabilmente morto soffocato. La madre, una giovane polacca di 23 anni, è dallaltra sera nel carcere di Rebibbia con laccusa di infanticidio e occultamento di cadavere.
I fatti risalgono a lunedì scorso. La ragazza, Dorata K., presta servizio come badante in casa di unanziana signora in un appartamento di via Mosca a Latina. Sono le 18,40, in televisione sta per terminare la partita Italia-Australia quando dalla casa della signora Maria, 85 anni, parte una chiamata alla polizia: «Venite, presto. Cè il cadavere di un neonato in una scatola». Gli agenti scopriranno poi che sotto il letto della stanza dove la badante alloggiava cera effettivamente il corpo di un bimbo morto appena nato. Secondo una prima ricostruzione sembra supportata da riscontri medico-legali, la giovane avrebbe partorito in bagno poco dopo le 12 e subito dopo nascosto il bambino sotto il letto. Ma più inquietante ancora è stato scoprire come dietro al torace del piccolo ci fossero evidenti segni di violenza, anche se resta da stabilire ancora il nesso con il decesso.
Lanziana donna avrebbe affermato di non essersi accorta della gravidanza della sua badante che lavorava lì da lei da circa tre mesi. In ogni caso la signora Maria lunedì si era subito insospettita dai forti dolori alladdome che avevano colpito la ragazza e dal fatto che la polacca, prima di allontanarsi da casa, avesse passato diverso tempo in bagno. E proprio in bagno e nella stanza della polacca lanziana aveva notato notevoli quantità di sangue, e nel tentativo di pulire aveva rinvenuto il corpicino, avvolto tra alcuni asciugamani, con il cordone ombelicale parzialmente reciso e la placenta ancora attaccata.
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