Da una parte c'è Del Neri, con i nervi tesi dopo il no di Cassano alla Fiorentina e i fischi di Marassi, dall'altra il giocatore, e in mezzo l'amministratore delegato Beppe Marotta, che prova, senza troppa fortuna, a mediare: «Cassano - ha detto ieri il dirigente blucerchiato - attira su di sé interessi mediatici straordinari per la sua caratura tecnica, ed è ovvio che, all'interno della società, richieda una gestione differente rispetto ai suoi compagni. Ma il calcio è uno sport di squadra e l'interesse di quest'ultima è sempre prioritario. Del Neri agisce dall'alto della sua autorevolezza per fare gli interessi della società. Se nella trasferta di Udine ha deciso di non utilizzare Cassano è stato solo per questo, non certo per litigi tra i due. Quando Antonio sarà a posto fisicamente ed a disposizione del tecnico, credo che potrà riconquistarsi la maglia da titolare, dipende soltanto da lui. Quando sarà guarito non credo che avrà difficoltà a tornare ai livelli cui ci aveva abituato. Da parte di Del Neri non c'è alcuna presa di posizione a priori contro il giocatore. Però, ripeto, il calcio è un gioco di squadra ed ha delle regole che vanno condivise e rispettate da tutti».
Insomma, Cassano non avrà difficoltà, secondo Marotta, a riconquistarsi il posto. Il problema, però, è Del Neri, domenica sera sul punto di rassegnare le dimissioni: da una parte ha considerato ingrati i fischi del pubblico, dall'altra ha avvertito una presa di posizione a favore del giocatore da parte del presidente Riccardo Garrone. Così le frasi «Non me ne frega un c....o della classifica» e «Cassano potrà venire bene per il rush finale del campionato», non sono state gradite dalla dirigenza che ora si ritrova con due separati in casa e la squadra nel mezzo.
Marotta (che ieri ha lavorato sul mercato, disertando l'appuntamento della Primavera che ha perso 3-1 con il Gremio, a rete Shepovic), prova ancora a smorzare. Equilibrio instabile? «Instabile mi sembra una parola forte. Penso che lui debba capire che non è più un ragazzo, ha delle responsabilità. Lavora in una società in cui ci sono degli equilibri da salvaguardare. Da quando è qui è sicuramente molto migliorato e alla Samp non ha mai creato problemi dal punto di vista umano. E devo dargli atto che anche in questa situazione ha recepito le indicazioni dell'allenatore senza protestare. Quindi mi auguro che quanto prima possa rimettersi a disposizione. Che poi il suo valore tecnico sia superiore a quello dei compagni è un dato di fatto».
Che fosse un po' più bravo degli altri deve averlo pensato anche il diesse della Fiorentina Pantaleo Corvino, che ha incassato il no del giocatore: «Pensavo che cambiare aria per un po' sarebbe stato nel suo interesse. In una situazione d'emergenza, dovuta alla vicenda Mutu, avevo pensato a lui e la sua disponibilità c'era. Noi per cinque mesi avremmo potuto dargli una linfa tecnica ed emotiva importante». Anche Pazzini, ieri si espresso sul caso: «Cassano è un campione. Sono contento che sia rimasto con noi perché è un giocatore che ci farà sicuramente comodo. Sono felice che non sia andato a rafforzare una nostra diretta concorrente in campionato».
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