Ogni allenatore ha la sua parola d'ordine: quella di Luigi Del Neri, neo tecnico della Juventus, è "rispetto". Ieri, giorno della presentazione delle nuove divise da gioco (strisce nere seghettate: sui forum dei tifosi sono stati pochi ad apprezzare), l'avrà ripetuta un'infinità di volte: «Il solo problema che ha un allenatore è dare e ricevere rispetto. Tratterò tutti i miei giocatori in ugual maniera e problemi non ce ne saranno. Quello che è successo l'anno passato non mi riguarda: siamo qui per lavorare e migliorare. Porterò il mio metodo di lavoro: per vivere in gruppo nel migliore dei modi servono regole, sia dentro che fuori dal campo. Dialogherò con tutti e non imporrò nulla senza spiegare: parlerò democraticamente, ma a me piace decidere. Mio nonno e mio papà mi hanno insegnato che serve il rispetto dei ruoli, la disciplina viene di conseguenza».
Il manifesto è servito: chi si vuole adeguare, si accomodi. Chi non dovesse apprezzare, lo faccia presente a Marotta e cambi aria: pane al pane e vino al vino, da buon friulano tosto che comunque non intende fare la voce grossa con chi - Diego, Amauri e Martinez - è arrivato a Torino in ritardo a causa di problemi di voli. «Sono cose che capitano. Hanno avvisato la società e chiesto un permesso che è stato loro accordato: dovranno solo salutare, ringraziare e mettersi a lavorare sodo».
Appunto: da oggi, primo giorno di ritiro a Pinzolo, chi sbaglia paga. Tutti nella stessa maniera. Non si vuole spargere terrore, ma quella che Marotta chiama «cultura del lavoro» sì: «Lo spirito che abbiamo è vincente - ha detto il direttore generale dell'area sportiva -. Vincere significa però anche confrontarsi con squadre come Inter, Milan e Roma: noi vogliamo farlo, ma intendiamo anche abbassare l'età media della squadra e contenere il costo del lavoro perché, senza la Champions, dobbiamo fare attenzione ai conti». Eccola, la pesante eredità dell'anno passato: non partecipare all'Europa "vera" implica almeno una ventina di milioni in meno nelle casse societarie (tenendo conto del solo primo girone), senza dimenticare il minor appeal sugli sponsor - e infatti la Juve ha firmato al ribasso con Bet Clic, a soli 6,5 milioni per la prossima stagione, senza inoltre avere ancora trovato un abbinamento per la seconda maglia - e la difficoltà a liberarsi di quei giocatori che hanno fatto male negli ultimi mesi. Tra questi, ovviamente, Diego: il quale non c'entra nulla con il 4-4-2 di Del Neri («certo non lo vedo come esterno: con me potrebbe giocare o dietro una punta vera o come centrale di centrocampo») e si spera di far tornare in Germania per arrivare magari a Dzeko, bomber agognato. «Il mercato cambia ogni giorno, proveremo a cogliere le occasioni migliori che si presenteranno», ha detto Marotta. Il quale intanto ieri ha chiuso per Motta (mezzo milione all'Udinese per il prestito, diritto di riscatto fissato a 5 milioni) e ha definito la Juve protagonista delle «operazioni al momento più frizzanti». Eccole: Storari (4,5), Bonucci (15,5: ma vanno ricordati anche i 6 incassati dal Genoa per Criscito), Pepe (prestito a 2,6: ne costerà altri 7,5), Martinez (12) e Lanzafame (prestito, dal Palermo). Peccato che alla voce "cessioni", oltre a Molinaro (allo Stoccarda, 3,9) non sia successo altro: si cercano amatori per il già citato Diego, Trezeguet, Camoranesi, uno tra Zebina e Grygera e tra Melo e Sissoko, Giovinco e chissà chi altro.
Fuori dai giochi, ovviamente, Del Piero: «Non sarà il capitano non giocatore - ha avvertito Del Neri - ma un giocatore della Juve a tutti gli effetti. Conto molto su di lui: abbiamo già parlato tanto. Il calcio è meritocrazia: lui è un ragazzo sano sotto tutti i punti di vista: se è in forma, non ha tanti rivali». Con rispetto parlando, certo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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