Nerino, randagio col passaporto (per amore)

ROMEO È stato adottato dal quartiere e ha una vita difficile alle spalle Ma anche un nuovo futuro

Nerino, randagio col passaporto (per amore)

L’incontro d’amore è nel pomeriggio. Dopo pranzo Nerino, cane meticcio e randagio comincia a gironzolare. Mezz’ora e raggiunge la sua innamorata Peggy. Anche lei meticcia, ma accasata. La distanza fra Nerino e Peggy è solo di tre chilometri, ma la burocrazia fra loro aveva scavato un abisso. Nerino sconfinava illegalmente, ogni giorno rischiava l’arresto. Fino a che un po’ di altra burocrazia è riuscita a superare l’inghippo: così ora Nerino ha il permesso di intrufolarsi in territorio straniero. Anche se lui se n’è sempre fregato, visto che non ascolta le ordinanze comunali, né tanto meno le lamentele di certi turisti.
Nerino abita a Marinella di Sarzana, estremo sud della Liguria, appena prima del confine con la Toscana. Ma per amore non ha cambiato regione: l’istinto e il cuore lo spingono ogni giorno verso nord per quei tre chilometri che gli servono ad arrivare a Luni Mare. Sembra niente. Invece Marinella è sotto il comune di Sarzana e lì risiede Nerino, adottato come «cane di quartiere» secondo la legge regionale numero ventitré. Cioè è un randagio col diritto a esserlo: è vaccinato, ha una cuccia nella pineta dove dorme ogni tanto, non fa male a nessuno e ha dei tutori che si occupano di lui. E nel territorio di residenza può passeggiare a piacimento. La sua Peggy però abita in un altro comune dello spezzino, Ortonovo, e lì Nerino è considerato un clandestino.
Fino a ieri, ogni incontro d’amore avrebbe potuto essere l’ultimo. C’è gente, a Luni Mare, che si è turbata a vedere Nerino scodinzolare dalla sua Peggy, e ha invocato l’accalappiacani, l’arresto, il canile. Nerino e Peggy non si sono accorti del rumore che hanno causato, ma per loro si sono mobilitati in tanti: tutti commossi per i Romeo e Giulietta della Val di Magra. Versione moderna, niente faide di famiglia, poche passioni viscerali: più prosaicamente, a dividerli, era qualche carta bollata. E la puntigliosità di alcuni turisti, o almeno così si dice: forse nessun abitante vuole assumersi la responsabilità di tanta solerzia burocratica e ammettere di essere stato lui, o lei, a denunciare il clandestino a quattrozampe. In ogni caso, gli infastiditi sarebbero una minoranza: il resto del paese ha accolto Nerino con la stessa gentilezza dei vicini di Marinella, preparandogli una cuccia in strada, per riposarsi dopo i pomeriggi d’amore a casa di Peggy. E alla fine anche il sindaco di Ortonovo si è lasciato intenerire: di fronte alla richiesta ufficiale del collega di Sarzana ha concesso a Nerino il permesso di soggiorno. Ora il randagio innamorato può sconfinare senza rischiare di finire recluso in canile. Anche perché il meticcio innamorato ha già subito maltrattamenti in passato, è stato salvato dagli abitanti di Marinella e i suoi difensori chiedono che non debba più soffrire inutilmente. Rinchiuderlo e impedirgli di incontrare la sua Peggy sarebbe solo una crudeltà, una piccineria da azzeccagarbugli.
Ma in Val di Magra non vogliono passare per i Montecchi e i Capuleti del Duemila. La responsabile dell’ufficio tutela animali della provincia di La Spezia si è trasformata in diplomatica ed è riuscita a mediare fra i due sindaci: un’impresa che è valsa a Nerino la piena legalità, anche oltre confine.

Peggy e Nerino non faranno la fine dei due amanti di Verona: niente veleno, niente più lacrime. Il loro amore ha la piena approvazione di tutti, ora. Perfino dei burocrati. Se proprio si vuole scomodare Shakespeare, tanto rumore per nulla.

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