Una vita da randagio ai margini della città. Inverno dopo inverno sotto le intemperie, sopravvivendo di carità e affetto. Una mattina di dicembre le forze gli vengono meno e si accascia a terra. Respirando a fatica viene soccorso e trasportato in clinica per le analisi e le cure necessarie. Settimane di flebo e medicine, fra la vita e la morte. Nerone adesso sta bene, vive felice assieme a tre nuovi amici, Maverik, Kiki e Asia, e per la prima volta nella sua esistenza ha una casa vera. Una storia a quattrozampe questa che stiamo per raccontare. Una bella favola, una volta tanto, accaduta a Ostia.
Protagonista, si era capito, un cane abbandonato al suo destino tanti anni fa. Qualcuno dice che avrebbe almeno 12 anni, altri lo ricordano fin dai primi anni 90. Nerone, grosso incrocio fra un pastore maremmano e chissà cosa, padrone incontrastato dei viali di Castelfusano, da sempre è lospite che da il benvenuto ai visitatori della pineta. Taciturno, abbaia solo quando avvista un cinghiale. «Un cane di tutti - racconta Marisa, che da generazioni gestisce il chiosco bar di viale Mediterraneo -. Cè chi gli porta da mangiare, chi lo accudisce e pensa alle vaccinazioni o agli antiparassitari».
Si, perché Nerone di salire su unauto non ci pensa proprio. Forse ricorda ancora con terrore quando, cucciolo, è stato scaricato in strada. Così, periodicamente, alcuni volenterosi passano a prendere il suo medico «di fiducia» allo studio e lo portano da lui. Con il primo freddo, questanno, arriva anche una cuccia. Quattro tavole di legno, un tetto a spiovente e una coperta calda. La mattina del 26 dicembre, purtroppo, Nerone non riesce più a muovere le zampe posteriori. Un ragazzo e una ragazza corrono alla ricerca di un veterinario. La diagnosi è complessa, le cose che non vanno sono troppe. Non resta che portarlo in un centro specialistico. Analisi, radiografie, farmaci: i due ci mettono la tredicesima. A febbraio Nerone si riprende ma il diktat dei medici è di trovargli una sistemazione adeguata. Il passaparola arriva a una famiglia della zona disposta ad adottarlo. I suoi benefattori raccontano il lieto fine.
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