Francesca Angeli
da Roma
Se Gianfranco Fini dovesse affondare la riforma della legge elettorale in senso proporzionale, avvisa Marco Follini, dovrà assumersi «tutta la responsabilità» di questo fallimento. Sono definitivamente tramontati i tempi in cui il leader Udc e il ministro degli Esteri facevano fronte comune versus Forza Italia e Lega. «Ceravamo tanto amati» ma adesso sono ai ferri corti. Da New York Silvio Berlusconi ha dato il suo assenso alla proposta di riforma e così li ha messi entrambi con le spalle al muro. Il cerino acceso (ovvero la responsabilità formale di far naufragare un progetto che in realtà ha scarsissime probabilità addirittura di riuscire a lasciare il porto) è rimasto fra Fini e Follini che se lo scaricano freneticamente luno con laltro. E il fatto che il premier ieri abbia ha ribadito la sua volontà di discutere della possibilità di cambiare la legge elettorale, convocando un vertice della Casa delle libertà appena tornato in Italia permette ai centristi di rilanciare. «Siamo lieti che il Presidente del Consiglio abbia scelto di smentire la logica del diktat e delle condizioni che ha distinto da ieri An», dice Mario Tassone, vice segretario vicario dellUdc, che aggiunge di essere convinto della «necessità di ricercare unintesa con lopposizione».
La scaletta di priorità fissata da Fini, prima approviamo la devoluzione e soltanto dopo una eventuale riforma della legge elettorale, non è gradita a Follini. «Il proporzionale non è né un colpo di Stato né un tuffo nel Medioevo - dice il leader Udc -. È un'idea e sulle idee ci si confronta, si discute. Sono rammaricato che qualche nostro alleato ponga insidie e difficoltà lungo questo cammino». E Follini non usa mezzi termini: gli alleati che remano contro «ovviamente se ne assumono tutta la responsabilità». Il leader centrista poi non trattiene una battuta sarcastica allindirizzo del presidente di Alleanza nazionale. Il partito che in teoria dovrebbe essere il più patriottico della Casa delle libertà è improvvisamente diventato un federalista entusiasta. «Sono contento che la devoluzione abbia trovato nellonorevole Fini uno strenuo e fiero avvocato promotore», osserva sarcastico Follini .
Ma i pessimi rapporti con Fini non sono lunico problema dellUdc sempre più isolato allinterno della Cdl ed ora anche in aspra contrapposizione con lUnione nettamente contraria al proporzionale.
«Nessun colpo di Stato E chi rema contro se ne assume il rischio»
Follini, che ieri ha incontrato Casini: «Cè unidea ed è nostro dovere confrontarci».Tassone, vicesegretario Udc: «Il premier ci dà ragione»
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.