«Nessun rischio L’acqua nelle case non ha subito contaminazioni»

Non c’è alcun rischio per la salute dei cittadini che vivono nel quartiere di Santa Giulia e l’acqua che arriva nelle loro abitazioni è «indenne da ogni contaminazione». I comunicati di Arpa e Metropolitana Milanese arrivano a metà pomeriggio di ieri e sembrano concedere un momento di tregua a una giornata cominciata con il sequestro dell’area Montecity-Rogoredo nel quartiere di Santa Giulia per reati ambientali e proseguita con un allarme generale in tutta la città. Con i milanesi che hanno preso d’assalto i centrali degli uffici per chiedere se allora potevano ancora bere l’acqua di casa. «L’inquinamento al momento non costituisce un elemento di rischio sanitario per i residenti - si legge nella nota dell’Arpa -, ma andrà comunque rimosso per assicurare che nel tempo la situazione non si estenda». L’agenzia regionale per l’ambiente ha collaborato con le forze dell’ordine alle operazioni di sequestro e, precedentemente, alle indagini che hanno portato a definire lo stato di contaminazione delle aree nella zona sud est della città.
«Il sequestro - prosegue ancora il comunicato - ha lo scopo di mantenere inalterato lo stato dei luoghi per consentire tutti gli approfondimenti necessari sullo stato dell’ambiente e per evitare ulteriori peggioramenti della situazione». Le indagini effettuate hanno evidenziato la presenza di inquinanti nei terreni e nelle acque sotterranee della falda «sospesa» e della prima falda presenti nell’area. L’altra rassicurazione per i milanesi, la dà MM che gestisce il servizio idrico della città che in una nota garantisce che «l’acqua distribuita in città è indenne da ogni contaminazione» anche perché MM «utilizza solo acqua estratta in seconda falda, con pozzi che attingono a partire dai 50 ai 100-120 metri». Le centrali più vicine al quartiere di Santa Giulia (Ovidio, Linate, Martini), continua la nota, si trovano a circa 1,5 chilometri di distanza e sono fornite di impianti di trattamento a carboni attivi specifici per eventuali contaminazioni chimiche.
Secondo la Metropolitana milanese, ci vogliono anni prima che le sostanze tossiche riescano a filtrare nel terreno e ad arrivare alla seconda falda. «Noi prendiamo l’acqua solo da quest’ultima - precisano ancora dalla MM -, tutte le nostre centrali sono predisposte per il filtraggio».

Nel quartiere di Santa Giulia non ci sono pozzi a cui attingere l’acqua. Non solo, da novembre del 2009, la Metropolitana Milanese si è dotata di un sistema, il gascromatografo, in grado di identificare qualsiasi contaminazione anche con unità di misura impercettibili.

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