«Nessuna apologia di fascismo dalla nostra insegnante»

Gli studenti del «Lucrezio Caro» difendono la professoressa accusata di avere introdotto a scuola un libro di Bormann su Hitler

Stefania Scarpa

Ancora polemiche per le lezioni sui libri di Hitler al liceo classico «Lucrezio Caro». al centro della bufera l’insegnante di storia Angela Pellicciari, «rea» di avere spiegato la storia anche attraverso le pagine scritte dal padre del nazismo. «La nostra professoressa non è un mostro: non è razzista e non ha mai fatto apologia del fascismo». Così i ragazzi della V F hanno voluto difendere la loro insegnante. «Anzi, lei era la prima a sostenere che fascismo, nazismo, ma anche lo stalinismo erano l’ideologia perversa del male», dice Francesca, una sua alunna. I giovani, che si dicono sorpresi e arrabbiati da tanto clamore, contestano anche la definizione di «libro di testo» affibbiata al volume «Le Conversazioni segrete» di Hitler raccolte da Martin Bormann con prefazione di Franco Freda. Volume che la professoressa voleva inserire nel programma degli alunni della V F. «Era semplicemente un approfondimento - spiegano -, la Pellicciari non è razzista e non ha mai fatto in classe apologia del fascismo», ripetono. Un gruppo di genitori, intanto, ha chiesto l’intervento del direttore dell’Ufficio scolastico regionale Maria Maddalena Novelli per chiarire la vicenda. «È una richiesta che mi sento di appoggiare - spiega l’assessore comunale alla scuola Maria Coscia -. Ciò che è successo è una cosa inaccettabile: pur nella libertà di insegnamento prevista dalla Costituzione bisogna garantire che i sussidi didattici diano una visione pluralista e non di parte». Anche l’assessore Coscia ha chiesto l’intervento «dell’Ufficio scolastico regionale affinché attivi accertamenti». «Non siamo stati informati delle azioni intraprese dai genitori e dagli alunni che hanno sollevato il caso, e nonostante spesso non condividiamo alcune idee della professoressa, non ci riteniamo offesi dalle sue parole». Ventisei alunni del liceo Lucrezio Caro, 12 della seconda A e 14 della quinta F difendono così, in una nota, la loro professoressa di storia e filosofia Angela Pellicciari. «Abbiamo avuto conferma diretta di trovarci di fronte ad una persona che accetta idee diverse e contrastanti con il suo pensiero - continua la nota - e che accetta critiche motivate e argomentate. I libri citati, sul risorgimento e su Hitler non sono libri di testo come è stato scritto ma libri di approfondimento e facoltativi. La professoressa ha dato, quando le è stato chiesto, il suo consenso ad approfondimenti personali su altri libri non consigliati da lei ma scelti da noi e scritti da studiosi che sono in netto contrasto con il suo pensiero. Vorremmo sottolineare - concludono - che la maggior parte della classe era ignara della denuncia che le è stata fatta e soprattutto che non volendola sottoscrivere ci asteniamo da future denunce e da eventuali dichiarazioni fatte da pochi a nome della quinta F». «Quel libro verrà immediatamente tolto e per venerdì prossimo Piero Terracina, ex deportato nei campi di sterminio, incontrerà i nostri studenti». Lo ha annunciato Riccardo Orlanducci, il preside del Lucrezio Caro. «Ho parlato questa mattina (ieri, ndr) con Terracina - ha continuato il preside - ho sentito profondo dolore nelle sue parole e mi ha detto che con questa iniziativa gli ho tolto un peso dal cuore». Il preside ha scritto anche una lettera al ministero dell’Istruzione. «Io non avrei mai dato quel tipo di libro agli studenti - ha proseguito - perché non so come avrebbero potuto interpretarlo. Nei prossimi giorni sarà senz’altro tolto dalle mani degli studenti». Nelle prime ore della giornata di ieri il preside ha parlato anche con la professoressa Pellicciari che ha raccontato la sua versione dei fatti. «Mi ha spiegato - ha riferito il preside - che il suo intento era di far studiare ai ragazzi a 360 gradi i movimenti totalitaristi del ’900. Per questo aveva suddiviso i 21 alunni della V F in tre gruppi da 7 e a ciascuno era stato assegnato un libro di approfondimento rispettivamente su fascismo, nazismo e comunismo. Poi in classe si sarebbe dovuto svolgere un dibattito fra gli studenti». La professoressa comunque non è nuova alle proteste da parte di alcuni degli studenti.

«A ottobre c’erano stati già dei problemi con i suoi metodi di insegnamento - ha ricordato il preside - e infatti avevo richiesto per novembre una ispezione al ministero che però non c’è mai stata. Poi era tornata la calma e gli scrutini di gennaio si erano svolti in serenità. Poi questa bufera a carattere ideologico. Domani - ha concluso - incontrerò di nuovo gli studenti e la professoressa».

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