Milano - Si aggira un fantasma sulle passerelle di Milano, dove ieri sono cominciate le sfilate del prêt à porter femminile per il prossimo inverno. Gli stilisti non sembrano in grado di fornirne il nome per chi c'è chi parla genericamente di Anni Quaranta, chi usa il termine "ladylike" con cui nel mondo della moda si indica lo stile da vera signora che prevede gonne sotto il ginocchio, vita segnata, guanti lunghi, cappelli e pochissima carne in vista dal mattino alla sera. Da Elena Mirò si fa strada prima la teoria del viaggio che non ha molto da spartire con questa bella linea per tonde, poi quella ancor più strampalata della versione italiana di Baywatch solo perché sulla passerella sfila Laura Trioschi, bagnina diciannovenne che madre natura ha dotato di seni in grado di competere con le misura artificiali di Pamela Anderson.
In realtà la donna di riferimento delle varie collezione potrebbe essere Eleanor Roosevelt, seconda moglie e lontana cugina del trentaduesimo presidente degli Stati Uniti, l'uomo che con la politica del cosiddetto New Deal traghettò l'America fuori dal baratro economico del '29. La presenza in passerella da Clip di Belen Rodriguez, discussa protagonista delle cronache rosa, stride con l'indiscutibile eleganza dei capi: dal tailleur cammello con giacca sette ottavi ai magnifici abiti da mezza sera con piccoli parallelepipedi di paillettes.
Lorenzo Riva che è sempre un gran signore e sa come si taglia un tailleur, aleggiava qua e la perfino nelle sfilate dei giovani designer che comunque non sono ancora pronti per volare da soli senza ispirarsi un po' a Giambattista Valli e molto a Nicholas Guesquiere. Troppo lunga ma per il resto perfetta, la sfilata di Simonetta Ravizza dimostra che le pellicce possono essere moderne, eleganti e convincenti.
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