(...) sono Nicola ed Elisa, tra i minisupporter più sfegatati sui quali può contare il presidente Garrone. Mini, sintende, solo nella taglia, visto che il cuore blucerchiato batte tanto forte da dover essere trascritto sulle bandiere del tifo che abbiamo visto sventolare anche a Brema.
«Nicola questanno ha sottoscritto il 5° abbonamento alla stagione della Samp... basti pensare che la prima volta che è andato a Marassi aveva 3 anni», racconta papà Angelo, orgoglioso del proprio record personale dei trentanni. E gli brillano gli occhi quando parla dei suoi due bambini che condividono con lui una passione di famiglia che ha le sue radici nel 1946, quando il papà di Angelo, da Loano era venuto a studiare in collegio a Genova. Il nonno, allora ragazzo, per ribattere allo sfottò dei compagni tutti genoani che lo consideravano uno di fuori, cominciò a tifare per la nuova formazione. Oggi la sua discendenza viaggia su Internet: Nicola ed Elisa creano i disegni delle bandiere sul computer e poi li inviano a una stamperia di Venezia che in 24 ore rimanda la creazione pronta su tela.
E ormai gli stendardi sono una collezione. Elisa ha inventato «Viaggio spesso per lEuropa», Nicola «Siamo amici di Gastaldello» oppure la scritta «28» su campo blu e bianco e la scritta rossa e nera. Cè anche «Io ci credo» e il logo è «Löa» Loano in dialetto, perché le origini sono pur sempre quelle. «La Samp è una malattia - confessa Vaccarezza - che ho preso da mio padre e ho attaccato ai miei figli. In casa abbiamo tante maglie, da quella indossata nella prima partita alla Samp da Marco Carparelli, fino a quelle di Palombo, Pazzini e due di Cassano, anche quella indossata contro la Juve di due anni fa». Lidolo storico di Nicola era Flachi. Nella sua cameretta ha appeso in bella mostra il biglietto che fece firmare a Garrone quando si fece promettere dal presidente che non lavrebbe venduto.
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