Politica

«Niente allarmismi, la soluzione è ridurre gli sprechi dei Comuni»

Lombardo: «Bisogna fare in fretta, presto i bandi per i nuovi impianti»

È infastidito il nuovo presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, che si parli di emergenza rifiuti in tutta l'isola e con la sua ormai consueta flemma specifica che la situazione è grave «soltanto a Enna», per il resto c'è tutto il tempo di realizzare le misure previste senza creare «esagerati allarmi».
E allora partiamo da Enna. Non ci sono siti adeguati, scarsa capacità dell'Ato (l’organismo preposto alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti, ndr) o che?
«È semplice, non ci sono i soldi per pagare gli stipendi agli operatori ecologici. E questo non riguarda soltanto Enna, l'Ambito territoriale più indebitato, ma tutta la Sicilia. Ci sono ben 600 milioni di debiti che gli Ato hanno accumulato e adesso bisogna prima tamponare, e stiamo cercando il modo, e poi ristrutturare il meccanismo».
Ma come è stato possibile accumulare un debito così alto?
«In realtà è semplice. All’origine c'è la cessione del servizio per la raccolta e lo smaltimento dai Comuni a ben 27 Ato. Strutture che non avevano la stessa possibilità dei comuni di obbligare il cittadino a pagare la tassa rifiuti. Una volta i sindaci sopperivano con i propri bilanci all'evasione della tassa, con la nascita degli Ato c'è stata una certa deresponsabilizzazione che ha portato al debito».
Quali le iniziative per evitare il pericolo Napoli?
«Una delle prime iniziative del mio governo è stata quella di sciogliere gli Ato e da 27 sono diventati 10, uno per ogni provincia e un altro per le isole Eolie. La gestione di ogni Ato è affidata all'assemblea dei sindaci dei Comuni di riferimento e tre di loro saranno i nuovi componenti dei Consigli di amministrazione. Insomma restituiamo ai Comuni il loro ruolo di controllo».
A Messina una settimana di sciopero ha portato la città al collasso e pagati gli stipendi di aprile ora si ripropone la stessa questione per maggio, a Enna la raccolta è ferma da una settimana, a Palermo i sindacati della Funzione pubblica della Cgil hanno proclamato lo stato di agitazione. A Gela sono scese sul piede di guerra sei aziende che gestiscono la raccolta rifiuti e che erano diventate protagoniste della denuncia al racket delle estorsioni, adesso sono bloccate dagli 8 milioni che avanzano e denunciano che saranno costrette a licenziare i loro dipendenti.

Come affronta l'emergenza?
«È evidente che toccherà alla regione far fronte e immediatamente. Ma risolta l'emergenza la strada è tracciata. Bandiremo nuovamente la gara per i termovalorizzatori, quella precedente è stata annullata dalla Corte di Giustizia europea, ed è ovvio che la preoccupazione più grande è fare in fretta.

L'autonomia delle discariche esistenti è di circa due anni».

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