Roma - «Gli steward devono essere guardie giurate armate solo di sensibilità e buon senso. Non possono essere assimilati alle forze dell’ordine». Federcalcio e Lega cominciano la controffensiva sul ruolo degli steward negli stadi. Battaglia sul loro ruolo giuridico che, secondo i relatori del decreto del ministero degli Interni, dovrebbe assimilarli alle guardie giurate (almeno nelle figure dei coordinatori), dunque armati. Il presidente della Figc, Giancarlo Abete, si è subito contrapposto a questa possibilità. Il Viminale ha già risposto che non dovranno essere necessariamente armate. Ma tutto serve per allungare i tempi dell’attuazione del decreto.
Abete è stato sentito dalla commissione cultura della Camera dei deputati, insieme a Matarrese, presidente della Lega di serie A e B, Macalli (lega di C) e Tavecchio vicepresidente federale. Non pochi i punti di divergenza. Il presidente del calcio li ha riassunti così: «Lo stadio deve essere pensato in un clima sereno e di festa e questo obiettivo deve essere preservato anche attraverso l’individuazione delle persone che poi svolgeranno il ruolo degli steward». In sostanza la federazione vorrebbe steward che non rispettino i criteri, considerati troppo stringenti, fissati dal decreto. «L’età fra i 30 e i 50 anni, i cinque anni di esperienza sono eccessivi». E, in aggiunta, fa intendere che il calcio non sarà pronto in tempi brevi. «Non certo per l’inizio del campionato, forse per il girone di ritorno». Più probabilmente, ha soggiunto Matarrese, dovremo rinviare al campionato del prossimo anno.
Altro punto di disaccordo l’inquadramento degli steward. La Federcalcio preferirebbe una gestione delle società, o tramite appalto, ricorrendo a cooperative, onlus o agenzie di lavoro interinale. E su questo punto è stato molto chiaro Matarrese, che ha presentato una relazione in 21 punti: «La responsabilità della sicurezza degli stadi dev’essere nostra.
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