Niente armi: nuovo schiaffo ai vigili

La maggioranza capitolina dice no all’armamento dei vigili, ma anche alla costituzione in sei diverse aree delle Unità territoriali di quartiere, formate da cinque vigili e coordinate da un funzionario. La delibera sul riordino della polizia municipale, presentata da Dino Gasperini (Udc), è stata votata ieri dai consiglieri: a favore tutto il centrodestra, contrari gli esponenti del centrosinistra. Ma quella che sembra essere una ritrovata unità all’interno della maggioranza, in realtà è solo una presa d’atto. È, infatti, riunito un tavolo formato dalla giunta capitolina, dai sindacati dei vigili e dal comando della polizia municipale, che sta discutendo del riordino di tutto il corpo. Il centrosinistra, quindi, ha votato «no», precisando, però, durante gli interventi in aula, che quella discussione è solo rinviata, in attesa che un documento di sintesi esca dal tavolo, riunito in realtà già da qualche mese. Secondo il presidente della commissione Sicurezza, Mauro De Bosi, fra circa un mese si dovrebbe arrivare ad avere una sintesi delle diverse posizioni presenti al tavolo. Difficile, però, che sul tema dell’armamento i consiglieri della maggioranza trovino davvero un accordo. Gianluca Quadrana (Rnp) e Gianfranco Zimbelli (Udeur), durante la scorsa estate scorsa presentarono una mozione, chiedendo che il sindaco si impegnasse a verificare la possibilità e l’opportunità di dotare i vigili di un’arma. Oggi si mantengono su quella linea. Di opinione diversa, invece, Rifondazione, Comunisti e Verdi, per i quali i vigili non devono essere armati. Ieri, però, tutta la maggioranza ha sottolineato altro: il fatto che si deve aspettare il tavolo tecnico, senza entrare nel merito della questione. Ma Gasperini sottolinea che «il confronto aperto si basa su indirizzi che devono venire dal consiglio. Votando no l’Aula non è riuscita a svolgere quello che è il suo compito principale, ossia fornire indicazioni, che la giunta deve tenere in conto». Marco Marsilio, capogruppo di An, invece, punta il dito sul comportamento della maggioranza e sul fatto che «sono dieci anni che parlano di tavoli e di trattative in corso, senza mai arrivare a una decisione in materia». Anche se, almeno sulla costituzione delle unità territoriali di quartiere, un accordo nel passato è stato trovato. «Nel luglio del 2003 - spiega Gasperini - è stato firmato dall’allora comandante dei vigili, Zanetti, dagli assessori al Personale e alla Sicurezza e dai sindacati dei vigili un documento che prevedeva la costituzione proprio delle unità di quartiere. Ma quel testo è rimasto lettera morta, per cui mi sembrava giusto ripresentarlo in consiglio, visto che la maggioranza non è stata in grado di dar seguito a quel testo». La delibera presentata dal capogruppo dell’Udc prevedeva anche di dotare i vigili di armi da fuoco.

E mentre Marco Pomarici, consigliere azzurro, indica la necessità che il prefetto, d’accordo con il governo, costituisca una sorta di «consiglio di sicurezza» tra forze di polizia statale e sindaco per il tramite della polizia locale, Marsilio annuncia che presenterà a breve una nuova delibera sull’armamento per tenere viva in Aula l’attenzione sulla questione. E i vigili, delusi, sono sul piede di guerra. L’Ospol annuncia di esser pronta a scioperare il prossimo 2 giugno.

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