Niente aumento per Unicredit: "Siamo già forti grazie agli utili"

L’ad Ghizzoni esclude un intervento sul capitale: "Non sento pressioni, puntiamo sulla crescita organica. E nel 2011 torneranno a correre i profitti"

Niente aumento per Unicredit:  
"Siamo già forti grazie agli utili"

nostro inviato a Praga

Unicredit non intende seguire i concorrenti di Intesa sulla strada dell’aumento di capitale. La maggior parte delle banche italiane, complice gli inviti di Bankitalia e le attese del mercato, ha gia chiesto uno sforzo ai soci. Ma Piazza Cordusio non si sente «sotto pressione», ha assicurato l'amministratore delegato Federico Ghizzoni. Ricapitalizzando, Intesa centrerà un livello di solidità del 10%, ma l'idea di Unicredit è invece di «continuare a generare capitale internamente, con la crescita organica», ha proseguito Ghizzoni, sottolineando che l’attuale situazione «ci consente di stare tranquilli, di capire che cosa succede per le banche sistemiche e di lavorare sul piano. Non sento pressioni per correre» a ricapitalizzare anche perché nel 2011 «i profitti del settore inizieranno a crescere, il peggio è alle spalle». E non è in programma nemmeno il ricorso ai «Cocobond», «strumenti interessanti ma oggi non c'è chiarezza».
Ghizzoni ha partecipato all'inaugurazione della nuova stazione ferroviaria di Praga - ristrutturata da Grandi Stazioni - alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, anche perché la banca italiana ha una filiale nella stazione, dove transitano circa 80mila persone al giorno.
Inevitabile un passaggio su Mediobanca, di cui Unicredit è il primo socio, e per la quale si prefigura la necessità di ridisegnare il patto per alleggerirlo dopo lo strappo di Vincent Bollorè sulle Generali: l'accordo «scade a fine anno, entro settembre faremo una verifica», ha detto il manager «sebbene sia troppo presto per commentare nei dettagli». Bollorè, capo dei soci francesi di Mediobanca, a sua volta primo azionista delle Generali, non ha votato il bilancio del Leone al culmine dello scontro che ha poi portato all'addio di Cesare Geronzi. «Ora ce la possibilità per i manager di concentrarsi sul business», ha commentato Ghizzoni.
Ma qui da Praga, l’interesse è per l'intero Est Europa, «strategico» per Unicredit, che conta di aprire nell'area «900 nuovi sportelli nei prossimi anni. C’è una ripresa dell’export, ma il 70% delle nostre imprese lavora con un solo Paese, vogliamo diventare leader nel businees dei clienti oltre frontiera». La «Nuova Europa» (+4% la stima del Pil), genera il 25% dei ricavi e il 50% dei profitti di Unicredit, ha detto il numero uno locale Gianni Papa, specificando che sia in Turchia, sia in Romania saranno aperte 300 filiali. Smentite anche le voci di un addio al Kazakistan. In dettaglio nella Repubblica Ceca l'obiettivo è raddoppiare le filiali a quota 120 per poi salire a 180 entro il 2012. Alcune di queste saranno in franchising secondo un progetto pilota che la banca vorrebbe esportare in tutti Paesi dove la legislazione lo permette. In Cechia, Piazza Cordsio è la quarta banca con 10 miliardi di attivi e dedica servizi specifici alle aziende italiane come Eni, Ferrero, Fiat, Brembo, Candy e Generali.


E Ghizzoni ha anche guardato il decreto antiscalate, assicurando che sarebbe bello avere libera concorrenza. L'italia ha però bisogno di un numero maggiore di imprese di grandi dimensioni: «La nostra struttura industriale ci mette in difficoltà con Paesi come la Francia».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica