Niente baby sitter, c’è l’oratorio: a Lambrate apre già alle 7,30

Fino al 20 luglio la struttura di via Pusiano ospita 150 bambini per aiutare i genitori che devono lavorare e non si possono permettere una tata

I cancelli aprono alle 7,30 del mattino in punto. E già a quell’ora i bambini che si accalcano all’entrata sono tanti. Un po’ assonnati, ma pronti per una giornata di giochi. I genitori li accompagnano prima di schizzare in ufficio. L’oratorio San Gerolamo di via Pusiano, in zona Lambrate, ha deciso di andare incontro alle esigenze delle famiglie e accoglie i bambini dai sei ai 12 anni fin dal mattino presto. Per non lasciarli a casa da soli e soprattutto per aiutare chi non può permettersi le rette dell’asilo e tanto meno i costi di una baby sitter. Tra le 7,30 e le 8 arrivano tutti i 150 bambini iscritti e si comincia con le attività. Prima un momento di preghiera, poi i giochi, i laboratori, i corsi di danza. Di tutto, fino al 20 luglio. Il tema scelto per le attività oratoriali di quest’anno è «la città»: si parla quindi di sicurezza, di soccorso della Croce rossa, del ruolo degli amministratori politici. E nelle prossime settimane è prevista anche una gita a Palazzo Marino. Ogni mattina arrivano dei rappresentanti della Croce rossa, dei vigili del fuoco, della Curia, del Comune per raccontare ai più piccoli l’utilità del loro lavoro, i problemi di Milano e delle sue periferie.
Insomma, i genitori vanno al lavoro tranquilli, sapendo di aver lasciato i propri figli nelle mani giuste e i bambini si divertono come matti per tutta l’estate. La maggior parte resta in oratorio fino alle 17. Altri aspettano che la mamma esca dall’ufficio e rimangono fino alle 18.
I costi sono accessibili: con 17 euro alla settimana è anche assicurato il pranzo ogni giorno. «Alcuni non possono permettersi di pagare - spiega padre Gabriele Civettini, responsabile del centro di aggregazione giovanile - e allora copriamo noi le spese e accogliamo comunque i bambini. Si tratta di circa il 10-20 per cento delle famiglie».
Molti anche gli stranieri che si appoggiano al centro. «Ci sono anche tanti bimbi non cristiani - aggiunge padre Gabriele -. Seguono le stesse attività degli altri, compreso il momento di preghiera, anche se appartengono ad altre religioni. Non forziamo nessuno, ma ovviamente la proposta dell’oratorio è una proposta cristiana. È anche questo un modo per promuovere l’integrazione». Le famiglie straniere sono proprio quelle che maggiormente hanno bisogno di assistenza per accudire i figli durante il giorno.
L’oratorio, a cui si appoggia il centro di aggregazione Pia Marta per le attività estive fa parte delle strutture convenzionate con il Comune di Milano. In città operano 26 centri, di cui cinque gestiti dal Comune e 21 nati dall’iniziativa di enti privati. Le strutture ospitano in tutto circa settemila bambini.

«L’esperienza dei Cag - spiega l’assessore alle Aree cittadine e Consigli di zona, Ombretta Colli - rappresenta un presidio educativo nelle zone in grado di contrastare e prevenire fenomeni di disagio giovanile attraverso momenti di svago, di didattica, fino alla promozione della creatività, con i laboratori musicali e di pittura».

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