Cultura e Spettacoli

«Niente Biennale per Malgara: lo ha chiesto lui»

«Niente Biennale per Malgara: lo ha chiesto lui»

Salta la nomina di Giulio Malgara a presidente della Biennale di Venezia. Lo ha deciso, di comune accordo con l’interessato, il ministro dei Beni Culturali Giancarlo Galan, anche se tecnicamente la ratifica sarebbe stata pronta e legittima. Pur essendo trascorsi i trenta giorni necessari alla formulazione dei pareri delle commissioni cultura di Camera e Senato, la crisi di governo ha consigliato il titolare del dicastero di recedere dal proposito iniziale. Nelle scorse settimane il motore dell’operazione pro-Baratta è stato certamente il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni che con la sua presa di posizione netta ha voluto dimostrare la compattezza della città sul presidente uscente, complice l’operazione di raccolta firme lanciata dal quotidiano locale La Nuova Venezia, che in pochi giorni ha registrato oltre tremila adesioni, tra cui quella del MoMA di New York e della Tate di Londra. Ieri, il colpo di scena.
Ministro, come si è svolta esattamente la vicenda?
«Ieri mattina molto presto mi ha chiamato Giulio Malgara, confermando quella signorilità che molti non hanno dimostrato, invitandomi a decidere liberamente se andare avanti sulla sua nomina o fermarmi per evitare di mettere in difficoltà il Ministero e l’istituzione. Io per carattere sono un guerrafondaio, dunque sarei andato avanti perché mi trovavo nelle condizioni di poter procedere. Poi, pensandoci bene, ha prevalso il senso dello Stato, non comune ad altri».
A chi, per esempio?
«Per esempio a quel consigliere che siede nel CdA della Biennale di Venezia, nominato dal governo di sinistra, attualmente assessore alla cultura del Comune di Firenze...»
Giuliano da Empoli...
«... che non solo si è ben guardato dal presentare le proprie dimissioni dopo le scorse elezioni, ma non ha mai sentito il dovere di fare una telefonata, né a me né a Sandro Bondi che mi ha preceduto».
Eppure questa delle nomine agli ultimi giorni è una tipica abitudine politica...
«È un’abitudine dei governi e delle amministrazioni di sinistra. Io mi sono voluto comportare in un altro modo, non volendo lasciare eredità pesanti e scomode. Mi conforta aver letto dichiarazioni distensive nei miei confronti, segno di un’apertura al dialogo, anche se tardivo, dopo l’asprezza e i toni violenti dei giorni scorsi».
Perché tanta ostilità nei confronti di Malgara?
«È figlia di un atteggiamento preconcetto. Malgara ha inventato l’Auditel, strumento con cui tutta l’informazione fa i conti, ha rappresentato le migliori 500 aziende italiane in pubblicità, è stato responsabile di aziende come Gatorade e Olio Cuore. Un manager di alto profilo, cui devo aggiungere il suo comportamento leale».
A Roma si dice - fonte Dagospia - che Paolo Baratta potrebbe essere il prossimo ministro dei Beni Culturali in un ipotetico governo di larghe intese.
Ride «Magari sono voci che ha messo in giro lui. Come ho dichiarato più volte, ho molta stima di Baratta e apprezzamento per il lavoro svolto alla Biennale.

Se così sarà, gli formulo i miei migliori auguri».

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