«Niente snobismi, gli eventi sono un bene»

«Le mostre rubano visitatori ai musei? Bene, è una fortuna: li tengono al riparo dalla folla». La battuta è di Philippe Daverio, critico d’arte, gallerista, libraio e conduttore televisivo di Passepartout, il programma culturale di Raitre.
Daverio, davvero le mostre-evento fanno bene ai musei?
«I nostri musei non sono stati concepiti per essere dei “turistodromi”: un eccesso di visitatori li manderebbe in crisi. Il primo fine dei musei italiani è la conservazione, poi viene la ricerca, poi ancora l’accumulazione e infine la comunicazione».
Ci sono musei, come la Pinacoteca di Brera di Milano, che staccano pochi biglietti rispetto ai capolavori che custodiscono.
«Brera è un caso patologico: pensi che ha meno di un terzo dei visitatori che salgono sul tetto del Duomo!».
Anche gli Uffizi registrano un calo di presenze.
«Eppure le solite otto sale del museo, quella con la povera Primavera del Botticelli in particolare, sono perennemente prese d’assalto. I musei sono fragili. Per mantenerli in vita aumenterei il prezzo del biglietto, tranne che per gli studiosi e le scolaresche. Andare a Pompei deve costare come un viaggio alle Seychelles...».
Vuole svuotare del tutto i musei?
«Almeno la gente vi andrà preparata, dopo aver messo qualche soldo da parte, come se fosse un premio. Il concetto di museo in Italia nasce come esposizione del patrimonio del principe, non è un luogo di formazione della nazione come avviene in Inghilterra. I nostri musei non sono nati per i grandi numeri: possibile che nessuno si domandi che cosa accadrà quando i turisti cinesi scopriranno e invaderanno Pompei? Un’àncora di salvezza per il futuro può arrivare dal museo diffuso, ossia dai piccoli centri sparsi sul territorio, magari facendo tornare alcune opere nelle loro sedi originarie».
A proposito di movimento delle opere, perché un quadro può passare inosservato in un museo civico, ma se è esposto in una mostra attrae frotte di visitatori?
«Perché l’evento piace: non viviamo forse in una civiltà dello spettacolo? Ma questo non è sbagliato: ogni epoca ha le sue interpretazioni dell’arte. Non dobbiamo essere snob e sparare contro tutte le mostre sugli Impressionisti. Spesso le cosiddette mostre-evento forniscono, rispetto alla complessa struttura delle collezioni museali, un taglio più divulgativo su un autore o su un tema. Il problema è piuttosto evitare il piattume e costruire musei moderni.

Ormai persino il Louvre come “turistodromo” non è più in attivo: oltre ai costi di gestione spaventosi, che qualità può offrire un museo dove davanti alla Gioconda vedi solo braccia alzate che brandiscono macchine fotografiche?».

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