Nigeria, altri 200 morti nella sanguinosa faida tra cristiani e musulmani

Si è drammaticamente riaccesa la faida interreligiosa che contrappone cristiani e musulmani nella regione centrale nigeriana del Plateau. La città di Jos, mezzo milione di abitanti, capoluogo della regione a maggioranza islamica, era stata già numerose volte teatro di terribili violenze nell’arco degli ultimi dieci anni: in particolare, nel settembre 2001 si contarono 915 morti e numerosi incendi di chiese e moschee, mentre nel novembre 2008 rimasero vittime degli scontri circa 400 persone. A partire da domenica l’odio tra cristiani e musulmani - ormai diffuso nei principali centri del centro-nord della Nigeria - è riesploso e sembra che siano stati soprattutto i primi ad attaccare per uccidere.
Fonti di parte musulmana riferiscono che nella principale moschea di Jos sono stati portati in totale 192 cadaveri. Il quotidiano locale This Day scrive che all’origine delle violenze ci sarebbe stato un episodio banale: una lite tra un cristiano e un musulmano per una questione di confini. Un certo Kabiru Mohammed ha sostenuto di essere stato attaccato domenica «da giovani cristiani» dopo aver dato inizio ai lavori di ricostruzione della sua casa, distrutta durante gli scontri del 2008.
Nel tentativo di impedire il propagarsi dell’incendio, le autorità locali hanno subito imposto la chiusura delle attività commerciali e il coprifuoco sulle 24 ore, ma ben presto si è capito che sarebbe stato difficile farlo rispettare. Gregory Yenlong, un rappresentante del governo dello Stato di Plateau (la Nigeria è una Federazione), ha ammesso che «la situazione è brutta e che fino a questo momento non sono arrivati i soldati promessi dal governo centrale». Anche l’italiano Leonello Fani, capoprogetto di una Ong attiva a Jos, ha testimoniato via radio di una «situazione completamente fuori controllo». Contemporaneamente, il vicepresidente della Nigeria Goodluck Jonathan (il presidente Umaru Yar’Adua è in cura in Arabia Saudita da due mesi) sosteneva invece che «il governo ha il controllo della situazione a Jos» e che reparti militari erano già stati inviati a sostegno della polizia.
Sembra in effetti che i soldati siano arrivati e siano riusciti a ridurre l’intensità degli scontri, ma le informazioni che giungono dalla città fanno temere il peggio. Si parla di frettolose sepolture di massa in un clima di collera e tra promesse di vendetta, che in parte sono già state messe in atto. Circa duemila persone, in gran parte cristiani, hanno infatti già perso un tetto per gli incendi appiccati alle case, oltre che alle chiese. Testimoni riferiscono inoltre di sparatorie in vari punti della città e di bande vaganti di giovani esaltati armati di machete e pistole. Negli ospedali sono state curate decine di persone per ferite da taglio e da arma da fuoco.


In Nigeria la consistenza numerica delle comunità cristiana e musulmana è grosso modo equivalente, anche se spesso tra i fedeli di entrambe le religioni sopravvivono credenze animiste. Il centro-nord è la parte più povera del Paese e i musulmani sono qui più numerosi.

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