«Non credo che la soluzione ipotizzata dal centrosinistra possa essere lapplicazione automatica della legge finanziaria voluta dal governo Berlusconi. Per questo sono contrario allaumento dellimposizione fiscale. I cittadini e i lavoratori non possono pagare i disastri fatti dalla destra». Alessio DAmato, capogruppo Ambiente e Lavoro in Consiglio regionale e vicepresidente della commissione Bilancio, dice no al piano ipotizzato per ripianare i buchi della sanità.
«Se sullargomento ci fosse stato un serio confronto nella maggioranza regionale avrei dato il mio contributo - prosegue - suggerendo di incentrare lazione di contenimento della spesa sui seguenti temi: previsione di unadeguata quota finanziaria per Roma nellambito della ripartizione del fondo sanitario nazionale per le funzioni di Roma Capitale, cosa mai avvenuta nel passato nonostante Roma si faccia carico annualmente di eventi nazionali ed internazionali che richiedono un forte impegno delle strutture sanitarie; diminuzione dellincidenza dei costi delle Asl per lacquisto di beni e servizi esterni; eliminazione della parificazione del sistema delle tariffe che, di fatto, oggi premia i soggetti privati; aumento del livello di diffusione dei farmaci generici, che attualmente è al di sotto della media nazionale; limitazione degli accessi impropri ai pronto soccorsi, che rappresentano oltre il 65 per cento del totale delle prestazioni e potenziamento della guardia medica; far lavorare le strutture di laboratorio e di diagnostica nellarco completo delle ventiquattro ore, mediante accordi con le organizzazioni sindacali; riduzione degli emolumenti percepiti dalle direzioni generali delle Asl, che sono tra i più elevati dItalia, e blocco delle consulenze esterne; potenziamento della sanità territoriale». «Lo dico senza polemica ma anzitutto non condivido il metodo prescelto e sul merito del documento proposto ho molte perplessità - conclude DAmato - Il governo regionale non può lanciare segnali contraddittori: a distanza di un mese erogare le risorse necessarie allabbattimento dellIci, ossia circa 70 milioni di euro e subito dopo denunciare lo stato di sforamento del disavanzo regionale. Delle due luna: o le risorse ci sono per tutti, oppure non ci sono per nessuno».
Il capogruppo della Lista Storace al Consiglio regionale, Fabio Desideri, si lamenta invece perché il piano antideficit non è mai arrivato allopposizione. «È trascorso un anno - dice - dallinsediamento dellUlivo al governo della Regione: i problemi iniziano a prendere forma e i guai, per i cittadini, sostanza. Lultima occasione, il piano di risanamento dei conti della sanità, ne è purtroppo lennesima conferma. Che tra Marrazzo e la sua coalizione non regnasse il sereno lo si era capito sin dal primo Consiglio regionale, ma che si instaurasse un clima dove soltanto gli amici e gli amici degli amici potessero accedere alle carte ufficiali risulta istituzionalmente incomprensibile. In maggioranza - aggiunge Desideri - tutti parlano di questo fantomatico piano. Lopposizione, purtroppo, può soltanto rubacchiare qualche contenuto qua e là perché ai gruppi consiliari il documento non è mai giunto. E dire che soltanto qualche settimana fa scrissi una lettera a Marrazzo e a Pineschi sulla difficoltà di accedere agli atti.
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