Sarà un 49° compleanno particolare oggi per Gianni Alemanno. Il primo, se le urne dovessero confermarlo, da presidente della federazione romana.
Quali sono le ragioni della sua candidatura?
«La mia candidatura parte da una profonda discontinuità che deve servire per il rilancio di An, articolata su 3 livelli. In testa c'è la rottura degli schemi correntizi: nella base che mi sostiene figurano personalità provenienti da tutti i settori del partito. Poi cè l'esigenza di costruire un modello di partecipazione che coinvolga i circoli e tutte le forme di rappresentanza sul territorio. Infine la costruzione di un nuovo centrodestra, che parta con la federazione ma grazie al contributo della base».
Da lunedì che fase si apre?
«Spero una fase unitaria, a patto però che si fondi su un progetto condiviso. Tutto il resto, ruoli compresi, dovrà essere una conseguenza di questa scelta di fondo, testimoniata dal mio rifiuto di ogni logica spartitoria».
E l'idea di Storace di impegnare lei a Roma e Augello in regione?
«Non è il congresso il luogo per discuterne. Il prossimo passo sarà l'apertura di un tavolo romano per elaborare il futuro del partito, col sogno di riconquistare il Campidoglio nel 2011».
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