No al cemento in corso Italia: deve essere la spiaggia di tutti

No al cemento in corso Italia: deve essere la spiaggia di tutti

Gentilissimo Giornale, ritorna in questi giorni sui media il progetto del Lido perché il Comune si appresta a discuterne la variante urbanistica che approverebbe altre costruzioni. Ma non si era detto che si decementificava? Forse ci si riferiva alla pavimentazione. Spiace dover constatare infatti che la riqualificazione del Lido, proposta all'insegna della qualità e dell'ecosostenibile, si sviluppi sotto il segno dell'ennesima Variante e del calcestruzzo, parola infaustamente abusata in questi tristi giorni.
Totalmente in spregio alla legge Galasso, che vieta la costruzione appunto a meno di trecento metri dal mare: ecco perché serve la Variante. Non solo, saranno interessati ben 40mila mq, di cui in realtà solo un quarto è privato, altrove è demanio o pubblico.
È certamente giusto di questi tempi incentivare attività imprenditoriali, avere una visione rivolta al futuro della città. Per ora però Urban Lab ha presentato il suo disegno per il Ponente, non per il Levante, dove si sono attivati comitati a gogò contro invasive ipotesi di edificazione residenziale e parcheggi, senza un vero progetto generale che potrebbe magari rassicurare i cittadini.
Nell'operazione Lido comunque si deve essere chiari. Si permetterà altra cementificazione sugli scogli con 2500 metri quadri di residenze, foresteria del Centro Velico con alloggiamenti, tremila metri di negozi, altrettanti di hotel e beauty farm. Diminuita la fruibilità del mare per sempre, che sarà rispetto ad oggi, per metà in esclusiva alle residenze. Ma non si era ipotizzata una promenade da Boccadasse a Punta Vagno, tutta sul mare, come a Nervi?
Indubitabile che il Lido abbia bisogno di riqualificazione, ma se la promenade sarà di vetrine, negozi, bar, ristoranti, allora parliamo di un'altra Fiumara, di lusso s'intende. Già è evidente il flop al Ponente e i magri risultati delle Piscine d'Albaro. E non è crisi di oggi.
Con il recupero del Lido, si procede ad una megaoperazione immobiliare, con annessi anche 300-500 posti auto. Eppure se si fa un giro nei dintorni non si scorgono altro che cartelli con su scritto Vendesi box. Il Centro Velico è affascinante, ma in grado al più di fare scuola ai principianti con barchine monoposto, con il fondale che c'è, altro non potrà girare.
Pare salvata la balneazione, ma a che costi: prezzi d'èlite. E ciò mentre la città perde abitanti, la popolazione è sempre più vecchia e impoverita, i giovani emigrano altrove per lavorare.
Ben vengano progetti che guardano avanti, che diano lavoro, se si trovano gli investitori che giustamente devono averne un ritorno, ma non sono babbi natale. Quale occasione migliore per riqualificare un pezzo di città: ma gli utenti chi saranno? Dobbiamo confidare nei croceristi che per ora purtroppo, se sbarcano qui, tiran dritto, semmai verso gli outlet. In attesa di eventi che non ci sono e le ultime dispute in Fiera insegnano: Slow fish, Salone Nautico, Euroflora rappresentano troppo poco come manifestazioni in un anno.
Una proposta la voglio fare però al Sindaco, vista la sua politica di «discontinuità». Si potrebbe proseguire il disegno di un mare più libero, di veri accessi aperti, di vere promenade sul mare e non ridurre ancor più la balneazione, che spesso rappresenta ormai l'unico modo di fare mare per tanti cittadini: il Lido e corso Italia non sono più il mare dei ricchi da tanto tempo, ma di un ceto medio basso ormai squattrinato, che passa l'estate in città. Si deve conservare dunque il valore sociale, popolare di avere il mare a portata di bus, mantenerne la fruibilità pubblica, sia pure regolata dagli stabilimenti balneari.
Progetto per Urban Lab sarebbe riqualificare corso Italia tutto, uno dei lungomare più belli del Paese e che si presenta, ahimè, a parte qualche eccezione, con un costruito precario davvero da falò. Dove il decoro urbano propugnato dalla Città del mare pare soltanto nei disegni degli uffici del Comune, dove basterebbero barriere frangiflutto per recuperare le spiagge.

Mantenere Boccadasse, S. Giuliano e Punta Vagno, purtroppo le sole spiagge libere di corso Italia, almeno decorose e praticabili per la scarsa gioventù e per chi si può permettere neppure un biglietto d'ingresso agli stabilimenti.

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