A macchiare il grande sabato del Pdl, la conferma dellesclusione della lista provinciale del partito da parte del Consiglio di Stato e il conseguente mancato slittamento del voto del 28 e 29 marzo. La prima notizia non piace ma nemmeno soprende, la seconda trova anche qualche estimatore nel centrodestra. «Il 28 e 29 marzo si va votare? Benissimo», sintetizza ansiosa Renata Polverini galvanizzata dalla piazza: «Ora mi pare che ci siano tutte le condizioni per affrontare serenamente questa scadenza elettorale e per vincere questa competizione. Berlusconi, ancora prima di conoscere la sentenza, ha ribadito che se non ci fosse stata la lista del Pdl si sarebbe votato tutti compatti sul presidente Renata Polverini e sulla mia lista civica». Donato Robilotta fa un passo avanti: «La non ammissione della lista del Pdl da parte del Consiglio di Stato non ci deve né demoralizzare né abbattere perché il nostro popolo che oggi (ieri, ndr) ha riempito piazza San Giovanni ci chiede di vincere le elezioni. Per questo ora dobbiamo sostenere la Polverini con grande forza e senso di responsabilità. Allo stesso tempo credo che sia arrivato il momento di dare uno scossone al vertice del PdL di Roma e del Lazio con profondi cambiamenti». Soddisfatto, e si capisce, Luciano Ciocchetti, segretario regionale dellUdc: «È stato un bene che le elezioni non siano state rinviate, già avevo espresso questa mia convinzione, dato che avrebbe comportato uno spreco enorme di soldi pubblici». Davvero il fatto di non avere il Pdl tra i piedi e di poterne intercettare parte dellelettorato non centra nulla?
Tra chi invece non si dà pace cè il sottosegretario di Stato ai Beni Culturali, Francesco Giro: «Questa espulsione della lista del Pdl getta unombra cupa in una giornata solare come quella di oggi per la bella festa di democrazia in Piazza San Giovanni». E Marco Visconti, consigliere regionale uscente e candidato escluso: «Questa sinistra nel Lazio passa come un caterpillar sul diritto. Il Consiglio di Stato ha respinto definitivamente le liste Pdl in regione e subito i legali della giunta Montino, che il 7 marzo ha deliberato non valido nel Lazio il Dl del Governo, precisano che ora si vota il 28 e 29 marzo. Nessun rinvio.
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