No del Viminale alla protezione per la Banelli

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da Roma

La Commissione centrale per i programmi di protezione del Viminale ha ribadito il suo no all’ingresso di Cinzia Banelli nel programma. Per quanto riguarda le preoccupazioni per l’incolumità dell’ex Br, la Commissione - presieduta dal sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano - ha interessato l’Ucis (l’Ufficio centrale per la sicurezza individuale), che sta già provvedendo. Già ieri il gup di Roma Luisanna Figliolia si era opposta al trasferimento della Banelli, in una località protetta, come disposto invece ieri mattina dal ministero dell’Interno.
Alla Banelli il 20 maggio scorso erano stati concessi dal Tribunale del riesame di Bologna gli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio del giuslavorista Marco Biagi, ucciso dalle Br nel capoluogo emiliano nel marzo 2002. In precedenza, la donna aveva già ottenuto i domiciliari per l’altra inchiesta in cui è coinvolta, quello per l’assassinio del consulente del ministero del Welfare Massimo D’Antona, avvenuto nel maggio del 1999.


La Banelli si era vista però negare in un primo momento il programma di protezione riservato di solito ai collaboratori di giustizia, che invece è al centro della seduta di ieri della specifica Commissione Centrale, come indica una nota del Viminale, «alla luce delle recenti decisioni della magistratura».

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