, quindi, entrerà questa sera in Santa Maria delle Grazie - nella cornice della rassegna Musica nei cieli, per un concerto di dall'intento anche benefico (ore 21, ingresso libero fino ad esaurimento posti) - come sublime contrasto con il mondo fatto di forma e utopia dell'Ultima Cena vinciana.
Grazie al cielo, Noa è fatta di sangue, carne e soprattutto voce, figlia di quel Medio Oriente, evocato anche nel Cenacolo, angolo del mondo dove cominciò la storia del Natale, e la grande speranza per milioni di cristiani. La cantante e compositrice israeliana, di origini yemenite, cresciuta a New York e viandante per innata natura e per missione poetica si presenta quindi in una cornice dall'indubbio valore simbolico, accompagnata dall'ensemble d'archi partenopeo Solis String Quartet, con il quale l'artista collabora da diversi anni, dall'immancabile Gil Dor alla chitarra e da Zohar Fresco alle percussioni.
Nella storica basilica milanese (a presentare l'evento ci sarà Pippo Baudo, per una volta lontano dalla tv), Noa porta un repertorio nato dai suoi ultimi progetti discografici e artistici: i brani dell'album Blue Touches Blue (Can I Reach You, Explain The Night, Angel, Haunted e altri) e l'interpretazione di alcuni classici della tradizione napoletana, come Torna a Surriento e Santa Lucia luntana.
«Unire nella musica Napoli, Israele, influssi arabi, non è altro che lo specchio di qualcosa che nella storia è sempre avvenuto, e cioè gli scambi attraverso il mare tra arabi, ebrei, europei. Molto presto farò un disco di sole canzoni napoletane, entro il 2006. Con la gente italiana ho un legame particolare, sento di condividere con essa alcune visioni della vita. C'è uno slancio comune verso i problemi sociali, verso chi ha bisogno. In Italia parteciperò anche al prossimo Festival di Sanremo: voglio presentare al pubblico italiano alcuni artisti del vostro paese non troppo conosciuti, come Carlo Fava, un genio».
Da questo modo di pensare nascono poi naturalmente le sue frequenti collaborazioni artistiche (ultima quella per l'album di Massimo Ranieri, nel brano Dicintecillo vuiu) e la partecipazione al Live 8 questa estate. Ottimismo che la porta a vedere una luce anche nei fatti mediorientali: «Oggi mi sento di dire che Sharon, che non sarebbe la mia prima scelta politica, è l'uomo giusto. Spero che torni in salute: ha fatto passi importanti, coraggiosi, passi dai quali non si può tornare indietro».
Il concerto è a favore della Fondazione Italiana Leonardo Giambrone per la guarigione della thalassemia.
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