Nocentini porta nel gruppo il suo dolore

da Peschici

Gioia e dolore: il Giro non si fa mancare nulla. Alla gioia di Matteo Priamo, veneto primo a Peschici, e di Giovanni Visconti, campione d’Italia che si colora di rosa, fa da contraltare il volto segnato dalla fatica e dal dolore di Rinaldo Nocentini, 30 anni, aretino, che ieri mattina è stato raggiunto poco prima del via da Potenza dalla notizia della morte della sorella maggiore, Daniela, 46 anni, colpita sei mesi fa da un aneurisma.
«Daniela per me non morirà mai – dice Rinaldo -, perché fa parte di me. È dentro di me. Anche se la sua vita non si è spezzata ieri, ma sei mesi fa, quando si sentì male e i medici ci dissero subito chiaramente che non c’era più nulla da fare. È stata dura accettare questo verdetto. È dura per tutti adesso andare avanti, ma la vita ci pone di fronte a queste prove. Il mio Giro prosegue, perché questo è quello che avrebbe voluto anche lei, appassionatissima di ciclismo e mia prima tifosa».
Daniela, quarta di dieci figli (Rinaldo è il 9°), lascia Bruno, il marito, e due ragazzi, Giacomo di 19 anni e Giulia di 17. «Quando domenica arriveremo in Toscana, mi farò dare una macchina per andarla a trovare al cimitero di San Giovanni Val d’Arno – spiega Rinaldo -. Cosa ho pensato durante tutta la tappa: alle cose belle fatte assieme. Dicono: il ciclismo è duro. Ma la vita di tutti i giorni è molto più dura. Il ciclismo è solo gioia e oggi mi ha aiutato ad andare avanti».
Vuole andare avanti anche Giovanni Visconti, la nuova maglia rosa. Sperava di vincere in Sicilia, davanti al suo pubblico, lui che è nato per caso a Torino, ma è in tutto e per tutto palermitano. «Questa maglia mi ripaga delle amarezze siciliane – dice -. Adesso questa maglia ce l’ho e spero di tenermela il più a lungo possibile.

Vincere il Giro? Ma non scherziamo. La classifica di oggi è fantaciclismo. Io chiedo a me stesso solo di andare avanti così. Chi devo ringraziare? Paolo Bettini e Davide Bramati, il mio tecnico: loro ci credevano più del sottoscritto».

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