Nocentini resta in giallo: «Sono su Scherzi a parte»

Rinaldo Nocentini è ancora un giallo. Chi è questo ragazzo toscano che guida la classifica della corsa più importante del mondo? Sono in tanti a chiederselo, a domandarselo. Sono tantissimi i giornalisti del mondo che stanno scoprendo questo corridore di 31 anni, che nelle categorie giovanili era al pari di Basso e Di Luca e molti gli pronosticavano un futuro alla Paolo Bettini. «Poi mi sono accontentato, e mi sono ritagliato un ruolo nel ciclismo che sento più consono alla mia persona. Forse mi sono sentito appagato». Intanto da tre anni lo pagano ­ e bene ­ i francesi e lui li sta ricambiando con la maglia gialla. Loro ­ i francesi - sognano di poterla vestire anche martedì 14, quando il Tour riprenderà il suo cammino dopo la sosta di domani. Rinaldo sogna con loro e spera di portarla in albergo questa sera a Tarbes, dopo aver superato il col d’Aspin e il Tourmalet, la cima pirenaica per eccellenza, scalata per la prima volta nel luglio del 1910 (per primo passò Octave Lapize).
Ha rischiato di finire la giornata in bianco, Rinaldo Nocentini: invece è ancora in maglia gialla. Ha rischiato grosso l’aretino, quando Andy Schleck ha fatto scoppiare il gruppo dei migliori con le sue accelerazioni e lui, sul col d’Agnès ha perso contatto. Sembrava spacciato, invece il «Noce» non si è fatto prendere dalla frenesia e con il suo passo è tornato sul gruppo di Contador e Armstrong. Maglia gialla a Nocentini, tappa allo spagnolo Luis Leon Sanchez, che batte in volata i tre compagni di fuga: il francese Sandy Casar, lo spagnolo Mikel Astarloza e il russo Vladimir Efimkin. «Speravo in una tappa più tranquilla, ma così non è stato - ha confidato alla fine la maglia gialla -. Siamo partiti forte e siamo arrivati forte. Sono andato un po' in difficoltà nell'ultima salita, poi sono riuscito a rientrare. Domani (oggi per chi legge, ndr) c'è il Tourmalet, una salita più difficile di quelle di oggi, ma è molto lontana dal traguardo (70 km). Sono un po' stanco per la lunga fuga di ieri, ma adesso che sono qua stringerò i denti e cercherò di portare la maglia gialla il più a lungo possibile, la condizione c’è, il resto spero che me lo dia questa maglia che per me è magica».
Sandy Casar è il primo ad animare la corsa, allungando già nei primi chilometri. Il francese della Française des jeux passa in testa da solo sulla prima erta di giornata, ai 2.408 metri del Port d'Envalira, poi al 50° km viene ripreso da un gruppetto di nove corridori: Thor Hushovd, Fabian Cancellara, Juan Antonio Flecha, Mikel Astarloza, George Hincapie, Vladimir Efimkin, Luis Leon Sanchez, Sebastien Rosseler, Mikhail Ignatiev. I fuggitivi, dai quali perde terreno Hushovd, poi risucchiato anche dal gruppo maglia gialla, arrivano ad avere, al passaggio sul Col de Port, 3'16" di vantaggio. In cima al Col d'Agnes i corridori in fuga restano 3: Astarloza, Efimkin e Sanchez, con 2'20" di vantaggio. Casar, rimasto attardato in salita, recupera sui tre nella discesa dal Col d'Agnes. I quattro proseguono di comune accordo fino agli ultimi chilometri, poi scatti e controscatti, e infine è Luis Leon Sanchez a vincere in volata. Il gruppo della maglia gialla ha concluso a 1'56". Invariata la classifica generale: Nocentini mantiene la maglia gialla, con 6" su Contador e 8" su Armstrong. Ottimo Vincenzo Nibali, che si mantiene al 10° posto a 1'54. «Mi sembra di essere su scherzi a parte», dice ancora incredulo l’aretino che alla sera ascolta la musica di Tiziano Ferro.

Nocentini ha un sogno: resistere in maglia gialla ancora un po’. Lui, umile faticatore del pedale, anonimo corridore d’esportazione, qui in Francia si sta facendo un nome e un cognome: Rinaldo Nocentini. Sì, proprio lui, quello in maglia gialla al Tour de France.

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