«Per noi politici è giusto che ci sia meno privacy»

Onorevole Giulia Bongiorno, anche il suo reddito è finito on line e sui giornali. Le ha dato fastidio?
«No, come non mi ha dato alcun fastidio il fatto di essere stata indicata, nel 2007, come la Paperona del Parlamento perché, tra le donne, ero quella che aveva guadagnato di più. Non c’è nessuna vergogna a guadagnare tanto quando si tratta di un reddito legittimo, vorrei solo che si pensasse anche a quanto paghiamo di tasse. Però, rispetto a tutta questa vicenda, bisogna porre un problema preliminare».
Prego.
«Questa non è affatto un’operazione trasparenza, è solo un’operazione confusione».
Perché?
«Perché i redditi pubblicati vengono letti dall’italiano medio come una fotografia della ricchezza dell’individuo».
E non è così?
«No, non è affatto così. Esempio pratico: chi ha Bot o Cct li mette forse nella dichiarazione dei redditi? No. Rendere pubblico come unico dato il reddito complessivo dichiarato è come quando in un processo, di un’intercettazione telefonica o ambientale, si prende solo una frase tirandola fuori dal contesto e si ragiona solo su quella. Occorre invece guardare il quadro complessivo. Così si scatenano soltanto meccanismi di errori a catena».
Cosa si doveva fare, allora?
«Almeno quello che è stato fatto per noi parlamentari, rendere noto il reddito integrandolo con le azioni e gli immobili. Non è completo ma è meglio di niente».
Soltanto questo?
«No, se si vuole fare vera trasparenza bisogna rendere noti pure i dati degli anni precedenti e successivi. Il singolo anno non significa nulla, soprattutto per i professionisti, che presentano escursioni anche ingenti a seconda delle attività connesse al loro lavoro».
Ma la pubblicazione dei redditi, in sé, è giusta?
«Non voglio pronunciarmi su eventuali illeciti, c’è un’inchiesta aperta a Roma. In tema di privacy, però, credo che sia necessario distinguere per categorie».
C’è privato e privato?
«Secondo me la massima trasparenza è necessaria per i politici.

Per chi ha un mandato elettorale conferito dal popolo l’asticella della privacy deve abbassarsi, naturalmente non a zero perché c’è poi pure la sfera personale. Per i personaggi dello spettacolo è diverso, il reddito, nel rapporto con lo spettatore, importa poco rispetto, per esempio, alla notizia di un fidanzato nascosto».

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