Sotto i colpi delliPhone di Apple e del Blackberry di Rim, il gigante della telefonia cellulare Nokia ha chiuso il terzo trimestre con una perdita netta di 559 milioni, contro lutile da 1,087 miliardi dello stesso periodo del 2008.
Per il colosso finlandese si tratta del primo rosso da dieci anni. I ricavi sono scesi del 20% a 9,8 miliardi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A peggiorare la perdita di quote di mercato sul segmento pregiato dei cosiddetti smarthphone, che comprendono per lappunto liPhone, diversi modelli di Blackberry oltre a quelli di altri produttori che si sono affannati per cercare un degno rivale al prodotto Apple, cè anche la svalutazione dellavviamento della joint venture sugli apparati di rete avviata con Siemens. Nokia Siemens Network, che anche in Italia ha ridotto drasticamente gli organici, ha infatti messo in conto una svalutazione da 908 milioni che pesa sui conti della casa madre finlandese. Il risultato in Borsa è stato un tracollo del titolo dell11,8%. In realtà la quota di mercato della società finlandese è sempre elevata: il 38%. Ma questa riguarda i cellulari di basso prezzo. Sul fronte degli smartphone, invece, il suo modello di punta lN97 touch screen piace meno delliPhone che ha accesso a un bouquet molto più esteso di servizi software scaricabili sul cellulare. Nokia ovviamente non è rimasta a guardare e recentemente ha lanciato il suo negozio online, Ovi, ma ovviamente guadagnare quote sulliPhone non è una impresa semplice. «Abbiamo migliorato la nostra stima sul mercato mondiale dei cellulari nel 2009 - ha detto Olli Pekka Kallasvuo - la flessione dei volumi prevista è stata rivista a meno 7% dal meno 10 previsto. Inoltre il prezzo medio dei nostri prodotti si è mantenuto costante e laumento dei volumi si è tradotto in una crescita dei ricavi della divisione devices & services».
Tra le altre trimestrali anche quelle di Goldman Sachs e Citigroup che, per quanto non deludenti, hanno lasciato qualche perplessità sul futuro del settore. Goldman ha visto una diminuzione nellinvestment banking del 31%. Inquietudini ancora maggiori le ha provocate Citigroup.
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