Più forte della crisi? Sì, ma fino a un certo punto. Nonostante i dati di chiusura del 2008 parlino di un settore capace di continuare a crescere, a dispetto della congiuntura economica negativa e in netta controtendenza rispetto al mercato dellauto nel suo complesso, il noleggio veicoli guarda con una certa inquietudine al prossimo futuro. «Gli stessi risultati dellanno scorso, pur complessivamente positivi, se analizzati nel dettaglio ci parlano di un esercizio anomalo, a due velocità - spiega Roberto Lucchini, presidente di Aniasa, lassociazione di Confindustria che riunisce gli operatori dellautonoleggio -: a un primo semestre di crescita sostenuta, infatti, ha fatto seguito dallautunno un progressivo rallentamento. Un trend che riteniamo sia destinato a proiettarsi, in misura più evidente, anche sul 2009».
Tra i fattori di preoccupazione, ovviamente, spicca landamento generale delleconomia, che oltre a spingere le aziende a ridurre le spese di mobilità e ad aumentare la durata dei contratti di noleggio a lungo termine, penalizza lincoming turistico verso il nostro Paese, da sempre una voce importante nei fatturati del breve termine. Ma, la storia insegna, anche le situazioni allapparenza più critiche spesso nascondono unarea di opportunità. «Il noleggio, da sempre, rappresenta per chi lo usa un elemento di flessibilità - conferma Lucchini -: i nostri clienti non hanno bisogno di fare investimenti cospicui per lacquisto delle vetture e sono anche meno impegnati dal punto di vista delle garanzie finanziarie. Tutti plus che, tanto più in un momento difficile come lattuale, possono avere un peso decisivo nelle scelte delle aziende, spingendole a preferire la locazione dei veicoli rispetto alla proprietà o al leasing».
Paradossalmente, però, a non far dormire sonni troppo tranquilli agli operatori del noleggio sono anche i provvedimenti messi in campo dal governo per aiutare il settore dellauto a superare le secche della crisi. In pratica, sottolinea Aniasa, i nuovi incentivi potrebbero avere un effetto perverso, penalizzando di fatto il noleggio che, ormai, rappresenta circa il 15% dellimmatricolato nazionale. «Per le aziende del nostro settore - puntualizza Lucchini - il costo di unauto è rappresentato dalla differenza tra il prezzo al quale lacquistiamo e quello al quale la rivendiamo a fine contratto. Se sincentiva troppo il nuovo, avvicinando il suo valore a quello dellusato proveniente dal noleggio, significa che questultimo deve abbassare i prezzi e quindi per noi i costi salgono. Risultato: le società di noleggio saranno costrette a comprare meno vetture e a prolungare la vita delle proprie flotte. Si avrà così un rallentamento dellunico comparto che finora è stato capace di porre un argine allemorragia delle immatricolazioni totali. Proprio per questo stiamo manifestando al governo le nostre perplessità, che tra laltro riteniamo siano coerenti con lesigenza condivisa di avere un parco circolante più pulito: non va dimenticato, infatti, che le auto del noleggio, anche se usate, sono pur sempre tutte Euro 4».
Incentivi a parte, comunque, i tavoli sui quali Aniasa porta avanti il confronto con le istituzioni sono molteplici. E uno dei più «caldi» è senza dubbio quello destinato a porre le basi per una revisione del Codice della strada: «Si tratta di un discorso molto ampio - conclude Lucchini - al quale prendiamo parte con un obiettivo preciso: far presente che, contrariamente a quando il Codice è stato varato, oggi non esiste più una coincidenza assoluta tra chi guida e chi possiede il mezzo.
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