Le auto incendiate, i furti, le scorribande. I vecchi abitanti del borgo impauriti e costretti a una sorta di coprifuoco. L’emergenza di Muggiano, l’allarme nato e scoppiato intorno al campo nomadi di via Martirano, era già stata segnalata e denunciata, anche sul «Giornale», con due servizi di pochi mesi fa (nella foto). E ora in Consiglio di zona e nel quartiere si dice «non ci hanno ascoltato, abbiamo sentito solo promesse». Può dirlo, e lo dice a gran voce, per esempio, Antonio Salinari, consigliere di zona del Pdl, che a settembre, ma anche nei mesi precedenti, aveva ripetutamente chiesto l’intervento del Comune, e provvedimenti che apparivano già allora ineludibili, per garantire ai cittadini della zona la giusta e necessaria sicurezza: «Non è stato fatto niente», dice oggi Salinari. Eppure la situazione appariva già allora preoccupante, prima che la tragica fine dell’anziano sbranato dai cani gettasse un po’ di luce su questo angolo di Milano bellissimo e altrettanto dimenticato. Qui gli insediamenti abusivi, per estensione, superano ormai da anni la superfice del centro abitato. E che l’abusivismo fosse terreno fertile per l’illegalità non era neanche una tesi politica, ma una pura constatazione, per giunta trasversale come allora dimostravano anche le denunce di Francesco De Carli, ambientalista storico e animatore da anni di un piccolo comitato locale per la salvaguardia del territorio e dei fontanili di Muggiano, minacciati dal degrado incombente. Il salto di qualità, poi, era stato evidente e recente: gli incendi ai campi e alle auto: «Danno fuoco così, per divertirsi» aveva raccontato Franco, proprietario di un’azienda agricola colpita da uno di questi roghi intimidatori.
I rom si sono insediati in questa zona da 30 anni e le cronache sono ormai piene di vicende legate ai campi di quest’area. Il più recente, il più grave, lo scorso 9 giugno: a Quarto Oggiaro c’erano due nomadi di Muggiano, reduci da un furto in un bar tabaccheria, sulla vettura che travolse e uccise il povero Pietro Mazzara, 27 anni. C’è un campo più o meno regolare, e un’altra decina abusivi. «Avevamo chiesto l’intervento dell’assessore alla Sicurezza, Marco Granelli - dice Salinari - qui è un far west, i cani, le corse delle auto, i furti, tutti lo sapevano. E tutti parlavano di questi cani allevati per i combattimenti clandestini e usati come arma di intimidazione. Tutti sapevano e nessuno ha fatto niente. Granelli è venuto a novembre, poi è tornato pochi giorni fa.
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