Nomadi Legalità e integrazione

«Io sto ovviamente con le forze dell’ordine». Il ministro dell’Interno Roberto Maroni si schiera a fianco del comandante provinciale dei carabinieri Sergio Pascali, duramente redarguito dai giornalisti di Repubblica scesi in campo a fianco del sindaco Pisapia. Motivo del contendere l’affermazione del sindaco «un negoziante su 5 paga il pizzo» che nessuno sa da dove abbia tirato fuori. Maroni ha poi annunciato che domani sarà in città per capire cosa intenda fare il primo cittadino per affrontare l’emergenza rom.
Il varesino «doc» Maroni aveva infatti scelto ieri il Santuario Sacro Monte, sopra Varese, per festeggiare San Michele, patrono della Polizia di Stato. Inevitabili le domande sull’inviperita reazione della sinistra «editoriale» alle ovvie, quasi banali, dichiarazioni del colonnello Pascali. E cioè più soldati a guardia di obiettivi sensibili significa più carabinieri e poliziotti da destinare a compiti investigativi. E soprattutto la conferma di quanto già detto da Confcommercio, Questura, Prefettura e Direzione distrettuale antimafia e cioè che quel dato sul pizzo ai commercianti non esiste in nessun rapporto di magistratura e forze dell’ordine.
«Io sto ovviamente con le forze dell’ordine, che conoscono bene la materia, si impegnano quotidianamente, non fanno politica e fanno mille sacrifici per garantire la sicurezza dei cittadini» ha risposto il ministro degli Interni che poi è anche intervenuto sulla questione dei campi rom. «Noi abbiamo un piano sui campi nomadi» ha risposto Maroni. Riferendosi a quello che in passato ha anche definito «modello Milano». Un progetto che propone di chiudere i campi abusivi e mettere in sicurezza quella regolari. «Ma Milano - ha sempre ricordato Maroni - sta facendo molto di più. Ha portato avanti politiche per l’integrazione, di avviamento al lavoro e politiche sociali che possono servire a modello anche per altre realtà italiane. Un piano - ha concluso il ministro - che mi aspetto venga rispettato. Non ho ancora sentito il sindaco, comunque domani sarò in città, per fare il punto con il prefetto Gianvalerio Lombardi sulla situazione.
Ma il vecchio «piano rom» a firma Letizia Moratti è già in corso di «aggiornamento» da parte della nuova giunta e prevede due campi di sosta temporanea e la chiusura dei nove rimasti. Lo stanno predisponendo Marco Granelli, assessore alla Sicurezza e Coesione sociale, e Pierfrancesco Majorino, assessore ai Servizi Sociali. «Quel che rimane dei 13 milioni di euro dello stanziamento iniziale del “piano Maroni” andranno impiegati per i percorsi di inserimento lavorativo e abitativo - spiegava nelle scorse settimane Marco Granelli -. La giunta Moratti invece voleva spenderli per consolidare alcuni campi». Anche se al di là delle dichiarazioni di principio gli sgomberi continuano. «Ci stiamo limitando a intervenire sui nuovi insediamenti e sulle situazioni pericolose per gli stessi nomadi» illustrava sempre Granelli, ricordando poi tra gli interventi «necessari» lo sgombero di inizio estate presso piazzale Corvetto, in un campo sorto a ridosso della tangenziale.

«I rom attraversavano l’autostrada a piedi, è noi non potevamo permettere una situazione del genere» si era giustificato l’assessore, come dire gli sgomberi di Riccardo De Corato era malvagi, i «nostri» invece «a fin di bene».

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