Nomadi, resteranno solo tredici campi

Nomadi, ecco il piano. Tredici villaggi autorizzati a fronte degli oltre cento siti attuali. Tetto di 6mila persone. Entro ottobre tagliati della metà Casilino 900, Martora, Tor de’ Cenci. Il piano nomadi, lungamente atteso, è stato finalmente presentato ieri pomeriggio, al campo di Salone, dal prefetto Giuseppe Pecoraro, insieme al ministro degli Interni Roberto Maroni, al sindaco Gianni Alemanno e all’assessore Sveva Belviso. Al primo punto degli interventi, la chiusura di nove campi finora «tollerati». Ai sei già noti da tempo - Casilino 900, Tor de’ Cenci, La Martora, Baiardo, Foro Italico, Monachina - si aggiungono Arco di Travertino, Spellanzon, Sette Chiese, oltre a due campi smantellati nei giorni scorsi (Naide e Dameta). Le operazioni di sgombero riguarderanno anche 80 insediamenti totalmente abusivi presenti sul territorio del Comune di Roma. Stimate in questi campi del tutto fuorilegge oltre 2200 persone.
«Il piano è una rivoluzione copernicana - afferma il sindaco Alemanno - cancella quella che era una vergogna per Roma di fronte a tutta Europa. Non era più possibile tollerare situazioni come Casilino 900». «Ci siamo mossi fra legalità e solidarietà, parecchi nomadi contribuiranno ai lavori», aggiunge Alemanno. «Oltre al Lazio, anche Lombardia e Campania, e da giugno pure Veneto e Piemonte, si stanno muovendo nella stessa direzione sul problema nomadi - afferma Maroni -. Quello che abbiamo realizzato è un modello che vogliamo portare in tutta Europa».
I primi tre campi a essere interessati dall’intervento sono Casilino 900, Tor de’ Cenci, La Martora, che verranno ridotti del 50 per cento entro ottobre. Saranno completamente chiusi entro giugno 2010. Contemporaneamente si porterà avanti la ristrutturazione dei sette villaggi oggi autorizzati: Salone, Camping River, Lombroso, Candoni, Castel Romano, Gordiani e Cesarina. Due di questi - Cesarina e Lombroso - saranno delocalizzati nello stesso municipio. A Salone, Candoni, Gordiani e Camping River i lavori sono già iniziati e si concluderanno entro l’autunno. Gli interventi riguardano: la perimetrazione del villaggio, il livellamento della sede stradale, l’adeguamento dell’impianto fognario, elettrico e idrico, la manutenzione delle unità abitative esistenti e l’installazione di nuove. All’interno saranno realizzati anche i presidi di vigilanza e socializzazione.
Nel 2010 saranno oggetto di adeguamento anche i campi «tollerati» di Salviati, Ortolani e Barbuta, che diventeranno villaggi attrezzati, portando il totale a dieci. A questi spazi si aggiungeranno due nuovi villaggi previsti in aree che verranno scelte dal Prefetto. «Saranno in ogni caso localizzati in municipi che oggi non ospitano altri campi attrezzati», precisa Pecoraro. Dunque, esclusi IV, V, VIII e via dicendo. La nascita dei nuovi villaggi dipenderà però dal numero di nomadi che resterà a Roma. Oggi, fra stime e censimento, sono 7177. Se dovessero scendere notevolmente al di sotto di tale numero, i nuovi villaggi potrebbero essere inutili. «In ogni caso il tetto è di 6mila nomadi - afferma Pecoraro - Roma di più non ne può contenere».


Il piano prevede anche la realizzazione di una struttura di transito, con 600 posti, 400 dei quali fissi e 200 destinati ai nuclei in attesa di collocazione. A fine 2010, con l’area di transito, i villaggi autorizzati a Roma saranno quindi tredici.

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