Sui campi nomadi sembra di assistere a una specie di «gioco dei quattro cantoni». Il sindaco Veltroni gonfia il petto e dà i numeri: «Abbiamo sgomberato trenta insediamenti abusivi senza creare tensioni, conciliando il rispetto della legalità con la solidarietà» ha detto laltro ieri. In effetti qualcosa si è mosso in questi giorni, ma di qui a pensare che lemergenza nomadi sia risolta ce ne corre... In alcuni casi il Comune predispone una sistemazione degli «sfollati» in container o prefabbricati, ma le cifre reali del problema non le conosce nessuno. In realtà i rom vengono definiti «nomadi» proprio perché sono abituati a spostarsi di frequente. Perdipiù, come è accaduto giorni fa a Tor Cervara, in occasione delle operazioni di sgombero ricevono in anticipo «soffiate» che consentono a chi non è in regola di non farsi trovare dai vigili urbani o dalla polizia.
Del resto lallarme-nomadi è stato lanciato più volte perfino dal prefetto Serra anche se poi, alle parole, non sempre sono seguiti fatti. Si ha limpressione che i responsabili dellordine pubblico abbiano le mani legate. Questo spiega anche perché campi che dovrebbero provvisori, come quelli sulla Pontina o di Villa Troili, finiscono per diventare definitivi.
Sullargomento è intervenuto anche il coordinatore regionale di Forza Italia Francesco Giro, secondo il quale gli sgomberi «rischiano di essere un buco nellacqua se a queste iniziative clamorose della giunta Veltroni non seguirà una seria programmazione per la gestione, il controllo e lintegrazione di questa massa di persone che finora hanno dimostrato di non aver in alcun conto il rispetto delle nostre leggi e delle nostre tradizioni. Non basta abbattere centinaia di baracche che ormai circondano la Capitale in vere e proprie favelas, così come aveva denunciato Silvio Berlusconi, ma occorre anche prevedere dove andranno i nomadi altrimenti si ottiene soltanto il loro spostamento da una zona allaltra, con il risultato di trasferire il disagio da un municipio di Roma allaltro».
A proposito dellarea sosta nellex caserma militare - hanno fatto notare i consiglieri comunali di An Luca Malcotti e Federico Guidi - «finalmente parrebbe essersi mosso qualcosa allinterno del campo dellillegalità che per anni ha rappresentato una pesante croce per lintera comunità della zona. Questa mattina (ieri, ndr), come ci hanno riferito alcuni abitanti, parrebbe essersi avviato un pallido tentativo di sgombero, ma stavolta senza la presenza delle forze dellordine, di quelli spontanei messi in atto grazie alla persuasiva regia del sindaco Veltroni che parrebbe aver convinto la comunità rom a liberare larea e a traslocare altrove».
«Lultimo giorno utile per liberare larea è previsto per sabato - hanno detto i due esponenti di An - ma dove andranno questi rom? A questo punto si paventa la nascita di nuovi insediamenti abuisivi. È ora di mettere la parola fine con questa irresponsabile politica buonista del sindaco che, quando cerca lappoggio dellopposizione lo fa solo a parole, visto che fa poi di testa sua, non accetta alcuna critica, figuriamoci il nostro suggerimento di adottare anche per Roma il Patto di legalità con i rom, unica strada possibile per regolarizzare lillegalità».
A rigirare il coltello nella piaga ci ha pensato, invece, Fabio Desideri, capogruppo regionale della Dc, denunciando loccupazione abusiva del parcheggio di Saxa Rubra, dove i nomadi sono tornati in gran numero dopo essere stati sgomberati almeno due volte negli ultimi mesi. «In un Paese normale - ha detto Desideri - il sindaco della capitale non farebbe finta di nulla di fronte alloccupazione abusiva di un parcheggio di scambio da oltre 500 posti auto che perdura da un anno, con gravi disagi per i pendolari e determina un danno erariale.
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