Roma

Nomadi di via di Villa Troili: sgombero ma solo parziale

Il prefetto Serra: «Interverremo, ma a più riprese Il problema va affrontato trovando delle alternative»

Alessia Marani

Il campo nomadi di via di Villa Troili verrà sgomberato, ma solo gradualmente e non prima di avere trovato, comunque, una soluzione alternativa per gli occupanti regolari. Lo ha annunciato ieri nel corso della riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica il prefetto di Roma, Achille Serra. Un suo intervento era stato richiesto a gran voce dai comitati di quartiere della zona Bravetta-Pisana - dove l’insediamento rom ha messo radici fin dall’estate del 2001 - esasperati per la presenza in sovrannumero degli stranieri accampati alla meno peggio anche fuori dal perimetro dell’ex caserma militare «Bellosguardo» allora assegnata a circa 160 «profughi» romeni del dopo Ceausescu a titolo «provvisorio». Non solo. A dare un «aut aut» a prefetto e Campidoglio era stata la stessa Asl Rm D che ha più volte accertato le drammatiche condizioni igienico-sanitarie di vita all’interno e all’esterno dell’ex stazione radio dell’esercito italiano fino a scoprire addirittura un canale d’importazione fuorilegge di polli dall’est europeo. «Eppure - sostiene il consigliere del XVI municipio Fabrizio Santori - non si è ancora parlato di sgombero definitivo. Mi dispiace che non ci sia una visione risolutiva che vada alla radice del problema. La colpa non è del prefetto ma del Comune che stranamente continua a temporeggiare». Nell’aprile 2004, un primo tentativo di sgombero parziale dell’area era stato fatto con il «censimento» di 29 baracche e l’identificazione di 16 clandestini. Ma dai 160 assegnatari iniziali in poco tempo si è passati a ben 400 unità. E la convivenza con i residenti si è fatta decisamente «esplosiva». «Roma ha periferie che pullulano di accampamenti di nomadi - ha sottolineato Serra -. È un discorso che va affrontato con grande serietà. È necessario che vi siano delle alternative. Bisogna agire gradualmente facendo conciliare le esigenze delle persone sgomberate con l’insofferenza della popolazione attorno. Il problema dei nomadi - ha ricordato il prefetto - riporta immediatamente a quello della casa, il problema dei problemi». L’unico tema a cui, per ora, il sindaco Veltroni pare avere trovato una soluzione veramente «alternativa». Quella, appunto, legata alla sinistra «alternativa» e facinorosa di D’Erme & Co.

che con Action (l’Agenzia per il «diritto» alla casa) legittima, di fatto, le okkupazioni nella Capitale.

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