Novità nel mondo dei nomi e dei cognomi. Tre notizie curiose confermano l'attenzione con cui - a dispetto di problematiche più angoscianti - sul pianeta si continua a guardare al rapporto tra l'essere umano e la sequenza di lettere destinata a renderlo riconoscibile all'interno della comunità. Una sensibilità cui l'Italia non è estranea: l'anno scorso la sentenza della Cassazione che ritenne incostituzionale l'obbligo di assegnare al figlio il cognome del padre è stata uno degli item più cliccati e discussi sui siti web di tutti i quotidiani.
In Germania, c'è voluta una sentenza di una corte di giustizia per sancire che non si possono affibbiare a un bambino cognomi tripli. La richiesta era stata avanzata da una coppia dove il padre portava un doppio cognome e la madre un cognome singolo. In base alla legge tedesca, si possono trasmettere ai figli cognomi composti dalla somma di quelli dei genitori, ma in questo caso il bebè si sarebbe trovato ad avere un cognome non doppio ma addirittura triplo. Troppi, secondo i giudici.
In Svezia, si litiga invece sui nomi di battesimo. Anche qui la faccenda è approdata nelle aule di giustizia, dopo che una coppia aveva chiesto all'anagrafe di battezzare il proprio neonato semplicemente come Q. I giudici di primo grado - chiamati in causa dall'ufficiale di anagrafe - hanno dato torto ai genitore: Q non è un nome, è al massimo una lettera dell'alfabeto. La coppia ha fatto ricorso alla Corte Suprema, sostenendo che oltretutto il bambino ormai è abituato a venire chiamato Q. Sulle motivazioni che li hanno portati a scegliere un nome così inconsueto, i genitori avevano spiegato qualche tempo fa che ad ispirarli era stato un personaggio della saga dei film di James Bond.
Negli Stati Uniti, infine, si attende ogni anno con curiosità la classifica del nome femminile più gettonato. Benchè gli Usa siano un paese assai tollerante nei confronti delle eccentricità anagrafiche (chiedere conferma alle figlie di Demi Moore), la maggioranza dei novelli genitori si orienta verso nomi che stanno nel solco della tradizione. Per 12 anni, le preferenze si erano solidamente attestate a favore di Emily, un nome classico che più classico non si può.
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