Più della metà degli elettori di un eventuale conclave sarebbero europei (67 su 125) e un quarto sarebbero italiani (30). Insieme cè anche un rafforzamento della pattuglia nord americana (15 elettori) e quella asiatica (9), mentre resta ferma la componente latino-americana (22 da oggi, erano 21) e cala quella africana: oggi sono 11. Il concistoro che Benedetto XVI ha convocato ieri per la creazione di nuovi cardinali (22 in tutto, di cui 4 «non elettori» avendo più di 80 anni) «premia» gli italiani e coloro che coadiuvano il Pontefice nel governo della chiesa allinterno della curia romana. Il quarto concistoro dellera Benedetto XVI guarda al cuore della chiesa, cioè a Roma. Ben 10 dei 18 nuovi cardinali elettori ricoprono incarichi in Vaticano e sei di loro sono italiani. Ratzinger, prima di salire al soglio di Pietro il 19 aprile del 2005, ha lavorato per 24 anni nella Congregazione per la dottrina della fede. Lui sa quanto sia importante il governo centrale della chiesa. Ed è forse anche per questo motivo che il concistoro appena annunciato, come del resto il precedente, privilegia nomi di vescovi in forza a Roma e, tra questi, nomi di italiani. Lattenzione del Papa per la «sua» curia è costante e lo si comprenderà meglio anche nei prossimi giorni, con gli attesi nuovi nomi del bibliotecario e archivista di Santa Romana Chiesa e del nuovo prefetto della Dottrina della fede.
I nomi dei nuovi cardinali di curia annunciati dal Papa sono quelli di Fernando Filoni (Evangelizzazione dei popoli), Joio Braz de Aviz (Religiosi), Manuel Monteiro de Castro (penitenziere maggiore della Penitenzieria apostolica), Giuseppe Bertello (Governatorato), Domenico Calcagno (Amministrazione del patrimonio della sede apostolica), Giuseppe Versaldi (Prefettura degli affari economici della Santa Sede), Santos Abril y Castello (arciprete di Santa Maria Maggiore), Edwin Frederik OBrien (gran maestro dellOrdine del Santo Sepolcro di Gerusalemme), Antonio Maria Vegliò (Migranti e gli itineranti), Francesco Coccopalmerio (Testi Legislativi). Per non derogare oltre al tetto dei 120 elettori fissato da Paolo VI, il Papa ha lasciato fuori personalità a lui vicine, come gli arcivescovi Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione, e Zigmut Zimowski, presidente del Pontificio consiglio per gli operatori sanitari ed ex collaboratore di Ratzinger alla Dottrina della Fede. Dovrà attendere ancora un turno anche monsignor Claudio Maria Celli, presidente del dicastero per le comunicazioni sociali e esperto di Cina. Via libera al vescovo di Hong Kong, Jhon Tong Hon, che con larcivescovo di New York Timothy Michael Dolan rappresenta una delle principali novità di questo concistoro: entrambi veri leader emergenti nelle loro aree geografiche. Entrano nel collegio cardinalizio anche altri residenziali: Dominik Duka (Praga), Thomas Christopher Collins (Toronto), Willem Jocoby Eijk (Utrecht), lindiano di rito siro-malabarese George Alencherry, larcivescovo di Berlino Rainer Maria Woekli, che ha 55 anni. Non ci si attendeva la nomina di Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, e Collins. Esclusi da un eventuale votazione per il nuovo Papa sono invece i 4 ultraottantenni nominati ieri.
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