«Non ho mai fatto conto sulle firme della Lega, ma non accetto lezioni da loro su come si organizza un partito». Massimo Corsaro, vice coordinatore regionale del Popolo della libertàdl, è dispiaciuto per la polemica che si è scatenata per la contestazione delle firme da parte della Corte dAppello.
È arrabbiato con gli esponenti della Lega?
«Non ho trovato elegante il loro tentativo di approfittare delle difficoltà burocratiche delle liste, ma per il momento preferisco limitarmi a dire questo. Esprimerò con maggiore chiarezza agli amici della lega ciò che penso dopo il 30 marzo».
È ottimista sulle sorti del ricorso?
«Abbiamo depositato un esposto argomentato in cui riteniamo che tutte le firme, nessuna esclusa, siano pienamente legittime. A conforto del ricorso abbiamo prodotto la giurisprudenza degli ultimi anni che si è espressa positivamente sulla materia, con sentenze del Tar e del Consiglio di Stato. Ora aspettiamo con serenità. Siamo ottimisti».
Crede che la faccenda si risolverà in fretta?
«Per legge hanno 48 ore di tempo. Speriamo però che la completezza di quanto presentato abbrevi i tempi».
I radicali vi accusano di aver raccolto firme sotto al listino in bianco o incompleto.
«Il listino è stato chiuso mercoledì mattina (il 24 febbraio scorso, ndr) davanti a Silvio Berlusconi e abbiamo subito cominciato a raccogliere le firme. Poi alcune persone insoddisfatte del listino hanno continuato a lavorare perché ci fossero delle modifiche, ma questo non vuol dire che per noi il listino non fosse già chiuso».
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