Ultimora: rioccupano quellarea andata in fiamme in via San Dionigi. Sono duecentocinquanta rom che rimettono in piedi la favelas abusiva a due passi da piazzale Corvetto. E, sorpresa, lo fanno con la complicità dellassessorato al nomadismo della Provincia di Milano disponibile a fornire tende e viveri.
Sostegno che fa però a pugni con la linea intransigente imposta da Filippo Penati: «I rom rientrino nei loro paesi dorigine. La situazione è infatti ingestibile poiché non consente né adeguati interventi sociali né presidi efficaci dellordine pubblico». Uscita, quella del presidente della Provincia, che nasce da un assioma dellassessore alle politiche sociali di Palazzo Marino: «Se non cè posto per i rom non ci può essere accoglienza». Equivalenza di Mariolina Moioli che dà ragione ai cittadini e offre a Penati il destro per aggiungere nuovo imbarazzo a sinistra, dopo quello registratosi allindomani del corteo anti-rom di Chiaravalle: protesta dei residenti sostenuta non solo da Lega e An ma soprattutto dai Ds del quartiere, dal Sunia, il sindacato inquilini, e dallArci.
Fiaccolata di una sinistra che, dopo la batosta elettorale delle amministrative, non distingue più tra rom buoni e rom cattivi ma scavalca a destra la destra sostenendo che i campi abusivi andrebbero tutti, nessuno escluso, smantellati. E lafferma mentre alcuni consiglieri comunali dellUlivo sponsorizzano i «patti di socialità e legalità» che, alla prova dei fatti, sono «falliti». Chiosa Roberto Caputo (Sdi): «È sotto gli occhi di tutti il fallimento della risposta della politica allemergenza rom. La situazione è insostenibile».
Ammissione della necessità di cambiare linea mentre cè chi «ancora non comprende che il ruolo di don Virginio Colmegna non può e non deve essere condiviso in toto dallamministrazione guidata da Letizia Moratti», chiosano dalla maggioranza di Palazzo Marino. Che, ufficialmente, replica con un comunicato stampa del vicesindaco Riccardo De Corato: «Domani in Prefettura chiederò lapplicazione della direttiva Ue per lallontanamenti dei rom nullafacenti». Come dire: «È impensabile che non si faccia niente per allontanare definitivamente quei diecimila rom sparsi sul territorio che vivono in gravi condizioni di indigenza e precarietà». Lo strumento per intervenire, ricorda il vicesindaco, è stato dato dalla comunità europea ma «ora servono risposte concrete dal governo, che forse non ha ben chiara la situazione milanese».
Richiamo a un intervento urgente, condiviso sostanzialmente da Penati. Che, sorpresa, non sceglie di «imbarcarsi con associazioni caritatevoli sempre pronte a giustificare ogni illecito» commenta il vicepresidente del consiglio di zona 4. Ma alle spalle cè il suo assessore Francesca Corso che «di fatto» riporta i rom nel campo abusivo di san Dionigi.
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